Caso Peveri, solo le toghe rosse contro Salvini. Il resto della magistratura si dissocia
Si riapre la solita guerra all’interno delle toghe. Lo scontro aperto tra l’associazione Nazionale magistrati e il Ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla visita che il titolare del Viminale ha fatto in carcere all’imprenditore condannato per tentato omicidio nei confronti di un rapinatore si trasforma in uno scontro al calor bianco. Uno scontro “politico”. Dall’accusa di avere violato le prerogative della magistratura delegittimando i giudici, con la sua vistia e le sue parole, si dissocia Magistratura indipendente: «Da Salvini parole non lesive».
Mi: «Non è stato dato conto del dissenso»
Questa la nota ufficiale diramata da Mi:« Le dichiarazioni del ministro dell’Interno non ci sono parse in nessuna parte lesive dell’operato dei magistrati». E’ scontro aperto. La corrente più moderata all’interno del sindacato dei magistrati pone anche una questione di metodo: «E’ stata presa una decisione a strettissima maggioranza, 5 contro 4 si sono parlati in una chat, senza aspettare la riunione di martedì prossimo e non è stato dato atto del dissenso», dice al Corriere della Sera Antonello Ravanelli, segretario di Mi: «i continui interventi della Giunta servono solo a dare visibilità ai politici in perenne campagna elettorale. Dobbiamo fermare la rincorsa a chi alza più la voce, molti magistrati sono stufi di questo botta e risposta», ha proseguito l’esponente di Mi, bacchettando il protagonismo dei colleghi che alimentano le polemiche interne alla politica. Le parole di Salvini ( difendersi è legittimo) sono state lette dalle toghe rossealla stessa maniera delle dichiarazioni su Battisti (“deve marcire in galera”), prefigurando una sfiducia aperta nell’operto dei magistrati anche nel caso Peveri. «Io non le ho lette così» replica Ravanelli. La controreplica: «C’era la necessità di rispondere subito al ministro», strilla il Gruppo centrista Unità per la Costituzione.
I magistrati rossi insistono
Ma le divisioni si complicano ulteriormente: l’ esponente di Mi, Cosimo Ferri, giudice in aspettativa, deputato Pd, già sottosegretario alla Giustizia con Berlusconi, non concorda con i colleghi di Magistratura indipendente e afferma che «questioni di metodo a parte, le dichiarazioni di Salvini sono indifendibili». Interviene Area, il cartello che riunisce la «sinistra giudiziaria» a dare manforte alle posizioni di aperta ostilità al ministro dell’Ann.
Appunto, doghe rosse, ecco cosa fa fare la disperazione !! C’e’ chi camminerebbe sul cadavere della propria madre purche’ avere un voto o una poltrona o una sostanziosa bustarella. Ma c’e’ gia’ un buon barbiere che pettinando portera’ tutti i nodi al pettine.
Auguri.
Vedremo come finisce
Questo è il marcio della magistratura italiana. Politicizzata fino al midollo
Non tutta per fortuna