Brexit, Il Regno Unito tira dritto: “Lasceremo l’Unione europea il 29 marzo prossimo”

5 Feb 2019 16:14 - di Giovanni Trotta

Il premier britannico Theresa May nel corso dell’odierna riunione di governo ha ribadito che il Regno Unito lascerà l’Unione europea il 29 marzo. Lo ha confermato un portavoce di Downing Street nel corso del briefing con la stampa. Nessuno dei ministri presenti alla riunione, ha detto il portavoce, ha proposto di prorogare l’Articolo 50. Una indiretta conferma viene anche dalla Germania: la riapertura del negoziato sull’accordo per la Brexit “non è in agenda”. Lo ha ribadito da Tokyo la cancelliera tedesca Angela Merkel, per la quale ci sono “certamente opportunità” di preservare l’unità del mercato interno europeo e allo stesso tempo di venire incontro al “desiderio di avere il minor numero possibile di controlli al confine irlandese tra Irlanda del Nord e Irlanda”. A questo scopo, ha detto, il dialogo “deve e può” avvenire. Lo strumento per trovare una soluzione alla questione del backstop, ha detto ancora la cancelliera, può essere “l’accordo sul futuro rapporto” tra Regno Unito e Ue. Nell’ambito di questo futuro rapporto “si possono anche risolvere le questioni che sono ancora oggetto di discussione”. Per questo, ha aggiunto Merkel, è fondamentale sapere dai britannici “come immaginano” questa soluzione. La cancelliera ha inoltre ribadito la necessità di fare tutto il possibile per scongiurare una no deal Brexit.

Intanto si apprende che Theresa May sarà a Bruxelles giovedì per incontrare il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Lo riporta la Bbc. L’incontro, dopo quello di domani tra Juncker e il premier irlandese Leo Varadkar, è stato confermato dal portavoce capo Margaritis Schinas, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “La nostra posizione resta chiara ed è stata espressa pubblicamente – ha affermato Schinas – abbiamo avuto una procedura, una serie di voti nel Parlamento britannico e ora il primo ministro May verrà ad esporci le sue idee per il futuro. La riceveremo con piacere: in effetti aspettiamo notizie dal primo ministro”. Ed è da oggi al lavoro l’organismo incaricato dal governo britannico di individuare un meccanismo che, in sostituzione del backstop scongiuri il ripristino dei confini fisici tra le due Irlande dopo la Brexit. Per indicare le “soluzioni alternative” chieste dalla Camera dei Comuni, Downing Street ha scelto cinque esponenti conservatori. Si tratta di tre appartenenti all’ala dei Brexiteers, i fautori della Brexit a tutti i costi, Steve Baker, Marcus Fysh e Owen Paterson, e tre moderati, Damian Green e Nicky Morgan. L’organismo si riunirà da oggi fino a mercoledì col ministro per la Brexit, Stephen Barclay. Allo studio, come avvenuto nelle precedenti fasi del negoziato, ci saranno le soluzioni tecnologiche già ventilate nel cosiddetto compromesso Melthouse Quell’insieme di soluzioni, poi scartate, era a sua volta ispirato da un documento pubblicato dall’European Research Group, l’organismo pro Brexit che comprende un’ottantina di parlamentari conservatori, presieduto da Jacob Rees-Mogg. Nel frattempo, l’Unione europea, attraverso la vice capo negoziatrice per la Brexit Sabine Weyand, ha già espresso scetticismo sulla possibilità che il ricorso alla tecnologia possa evitare il ripristino dei controlli al confine irlandese. La Weynad, sottolineano i giornali britannici, ha rilanciato su Twitter uno studio della Bbc nel quale si escludeva la possibilità di soluzioni tecnologiche nel breve termine.

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