Sovranisti a sovranità limitata: perché Fincantieri ci regala un risveglio amaro
«A sovranista, sovranista e mezzo»: sarà pure figo il titolo con cui ieri il Foglio ha commentato il supplemento d’indagine disposto dall’antitrust europeo sull’acquisto dei Chantier de l’Atlantique da parte della nostra Fincantieri, ma di certo non è azzeccato. Perché in questa vicenda gli unici sovranisti visibili a occhio nudo sono i francesi, che dopo aver indetto una gara internazionale hanno sottoposto l’aggiudicataria Fincantieri ad un estenuante tira e molla fino a rimangiarsi tutto per poi ricorrere, con la sponda della Germania, all’antitrust europeo. I nostri sovranisti, invece, non si vedono neanche al microscopio. Ne supponiamo l’esistenza poiché negli stessi istanti in cui i cattivoni di Bruxelles assestavano lo sganassone a Fincantieri impedendole (per ora) di acquisire il gruppo francese, erano impegnati a suonarsele di santa ragione per un pugno di migranti da accogliere. Primero il sondaggio, e niente li gonfia meglio dei barconi a zonzo nel Mediterraneo. Vuoi mettere il destino del colosso della cantieristica italiana o, peggio ancora, il futuro della stessa Europa in un settore dove la concorrenza cinese è addirittura spietata? Via, davvero non c’è gara. E poco importa che su Fincantieri ancora sventoli il tricolore e che sia uno dei pochi campioni nazionali non ancora prelevati dalle mensole del sempre più spoglio supermarket Italia: elettoralmente non tira e quindi è inutile perderci tempo.
La Ue contro Fincantieri, ma l’Italia tace
D’altra parte, l’indifferenza dei sovranisti di casa nostra trova piena e totale corrispondenza nel low profile dei tanto esecrati giornaloni, solitamente non teneri verso Palazzo Chigi, ma le cui prime pagine tracimano di complice silenzio verso il sopruso franco-tedesco. Meglio parlar d’altro e non disturbare un esecutivo che abbaia alla luna per ogni inezia buona a rimpinguare la cassetta elettorale ma che, in fondo, sa voltarsi dall’altra parte al momento giusto. Convinciamocene: per gli esterofili di casa nostra nulla v’è di più confortante di un governo di sovranisti a sovranità limitata.