Soccorso rosso per Cesare Battisti: a Roma già si attivano per liberarlo

19 Gen 2019 18:30 - di Guido Liberati
cesare battisti

Non ha fatto in tempo a entrare nel carcere di Oristano, che già i compagni si sono mobilitati per lui. Se qualcuno ancora si domanda come mai Cesare Battisti fosse rimasto latitante per tutto questo tempo, provi a vedere che cosa sta accadendo nell’estrema sinistra italiana.

Martedì 22 gennaio, a poco più di una settimana dalla cattura,  volti noti dell’antagonismo romano, giovani nostalgici del comunismo duro e puro e uno dei legali di Battisti, si incontreranno per chiedere il rilascio dell’assassino venuto dal Brasile. E con questo sono serviti quanti sostengono che “Cesare Battisti libero” sia solo uno slogan per pochi esagitati.

 

Chiedono amnistia subito! per salvare Cesare Battisti

Il titolo del convegno è Aministia subito!. Il resto è ben spiegato dopo il titolo: “L’arresto di Cesare Battisti – si legge sul manifesto affisso a San Lorenzo e nei quartieri più rossi della città – e il suo ritorno in Italia, come trofeo di una guerra finita da decenni, devono far riaprire il dibattito sulla necessità dell’amnistia». Ma in questo caso, il delicato dibattito sull’amnistia per i protagonisti negli anni di piombo, sembra semmai la classica foglia di fico per coprire la difesa del “compagno Cesare”, senza se e senza ma. Insomma, il fatto che siano riusciti finalmente a consegnarlo alla giustizia italiana non va proprio giù ai promotori del convegno. Sigle che hanno una precisa collocazione. A cominciare da Contropiano, giornale comunista on line, i collettivi del centro sociale Magazzini popolari Casalbertone, la rete Noi restiamo, movimento studentesco vicino a Potere al Popolo.

Tra i relatori i giornalisti Paolo PersichettiSergio Cararo (redazione di Contropiano),  gli avvocati Marco Lucentini, Arturo Salerni e Francesco Romeo, Caterina Calia e Davide Steccanella avvocato difensore di Cesare Battisti. Star mediatica del convegno, Nunzio D’Erme. Leader dei centri sociali, ex componente della giunta Veltroni, già noto alle cronache per le sue battaglie (non solo politiche) contro avversari e forze dell’ordine. Anche il luogo del convegno evoca il peggio degli anni di piombo. I Magazzini popolari di Casalbertone hanno infatti sede nel quartiere romano dove negli anni ’70 le Brigate rosse fecero le prove tecniche di guerriglia e terrorismo. Una coincidenza più “sinistra” che mai.

 

 

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