Si chiama Civiletti e fu ministro di Jmmy Carter: è lui l’ideatore dello “shutdown”

17 Gen 2019 17:35 - di Redazione

«Non avrei mai immaginato che uno shutdown potesse durare così a lungo e sarebbe stato utilizzato come strumento politico». A dirlo al Washington Post è Benjamin Civiletti, l’italoamericano che nel 1980 aprì la strada agli shutdown, la chiusura degli uffici federali quando il Congresso non approva i fondi necessari al loro finanziamento. All’epoca Civiletti era ministro della Giustizia, il primo italoamericano a ricoprire questo incarico. L’allora presidente Jimmy Carter gli chiese un parere legale sul braccio di ferro che era in corso sul finanziamento della Commissione federale per il Commercio (Ftc).

L’italoamericano fu responsabile della Giustizia nel 1980

Una parte dei deputati non voleva votare i fondi se non fossero stati ridotti i poteri d’ispezione dell’Ftc, cosa che Carter si rifiutava di fare. Il presidente chiese a Civiletti se poteva far funzionare la Commissione senza fondi. E l’attorney general rispose che non era possibile. Così tutte le attività dell’Ftc furono interrotte, al punto che undici ispettori inviati presto una società petrolifera in Texas furono rimandati a casa a metà indagine. Il primo shutdown della storia durò pochi giorni nella primavera del 1980 e fu circoscritto a questa agenzia federale con 1.600 impiegati. Fino alla metà degli anni novanta, ce ne fu qualcun’altro, ma per non più di tre giorni.

«Oggi lo shutdown viene utilizzato male»

Fu sotto Bill Clinton che si arrivò ad un duro braccio di ferro con il Congresso con un lungo shutdown dal 16 dicembre 1995 al 6 gennaio 1996, cui si aggiunse una mega nevicata che lasciò gli uffici chiusi a Washington per altri cinque giorni. Ora lo shutdown dell’era Trump si avvia a superare quel record, lasciando a casa centinaia migliaia di impiegati senza stipendio e obbligando altri a lavorare gratis, senza che se ne intraveda la fine. E l’83enne Civiletti, un pensionato che divide il suo tempo fra la Florida e Baltimora, si dice sorpreso dal modo in cui è stato utilizzato quel parere legale: «La mia – ricorda – era un’opinione su una questione molto ristretta, è stata usata in modi che allora non avremmo mai immaginato».

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