Reddito di cittadinanza e quota 100: ecco, punto per punto, che cosa prevede il “decretone”

17 Gen 2019 16:33 - di Redazione

È  pronto il “decretone” su reddito di cittadinanza e quota 100. Stasera alle 18 si terrà il Consiglio dei ministri per vararlo. “Andrà liscio, conto duri mezz’ora”, ha assicurato Matteo Salvini, lasciando il Senato dopo il Question Time.

Reddito di cittadinanza

“Possono prevedersi anche misure non monetarie ad integrazione” del reddito di cittadinanza , “quali misure agevolative per l’utilizzo di trasporti pubblici, di sostegno alla casa, all’istruzione e alla tutela della salute”. È quanto si legge nella bozza del dl, in possesso dell’Adnkronos. E ancora. Non hanno diritto al reddito di cittadinanza “i nuclei familiari che hanno tra i componenti soggetti disoccupati a seguito di dimissioni volontarie nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa”. “Non hanno diritto al reddito di cittadinanza – viene inoltre confermato nel decreto – i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica”. Il reddito di cittadinanza, che partirà da aprile, “decorre dal mese successivo a quello della richiesta” e potrà essere percepito “per un periodo continuativo non superiore ai diciotto mesi. Il Rdc può essere rinnovato, previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un periodo di un mese prima di ciascun rinnovo. La sospensione non opera nel caso della Pensione di cittadinanza”. Accettare “almeno una di tre offerte di lavoro congrue” entro i 100 km nei primi sei mesi e sopra i 250 oltre i sei per non perdere il reddito di cittadinanza. Superati i 18 mesi, per avere ancora diritto al sussidio, le offerte di lavoro dovranno essere accettate “ovunque nel territorio italiano”, almeno che non si abbiano minori o disabili nel nucleo famigliare”. Chi si trasferisce ovunque nel territorio italiano pur di avere un lavoro “continua a percepire il beneficio economico del Rdc per i successivi tre mesi dall’inizio del nuovo impiego, a titolo di compensazione per le spese di trasferimento sostenute”.

Quota 100

“I dipendenti pubblici che maturano entro il 31 dicembre 2018 i requisiti previsti, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dal primo luglio 2019”, si legge nella bozza del dl. “In via sperimentale, per il triennio 2019-2021, gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’Inps, nonché alla gestione separata – si legge-, possono conseguire il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni”, la cosiddetta ‘pensione quota 100’ che “non è cumulabile, a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite previsto dalle disposizioni vigenti”“Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono nominati i Presidenti di Inps e Inail”, si legge ancora nella bozza del dl. Il Cda di Inps e Inail è ripristinato nelle funzioni ed è composto dal Presidente e da quattro componenti. Gli emolumenti omnicomprensivi di presidente e componente del Cda di Inps e Inail “sono definiti con Decreto del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze”. Il costo complessivo degli emolumenti e degli oneri riflessi “è compensato con una riduzione di pari importo delle spese di funzionamento degli Enti”.

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