Manager della Huawei arrestato a Varsavia per spionaggio. Pechino protesta

11 Gen 2019 16:28 - di Laura Ferrari

Le autorità di Varsavia hanno arrestato per spionaggio un cittadino cinese, direttore delle vendite per il ramo polacco di Huawei, e un ex membro dei servizi segreti polacchi dell’Abw ora impiegato nel settore delle telecomunicazioni. Lo ha riferito l’emittente polacca Tvp. Il ministero degli Esteri cinese si è detto “altamente preoccupato” per l’arresto del connazionale.

Arrestato anche un manager polacco

Il cittadino polacco, indicato come Piotr D., avrebbe lasciato l’Abw dopo accuse di corruzione, ma non era mai stato formalmente incriminato. I due uomini sono stati arrestati martedì, ma la notizia è stata resa pubblica solo oggi quando il tribunale ha convalidato il loro stato d’arresto per i prossimi tre mesi. Se condannati rischiano fino a dieci anni di carcere.

Perquisiti gli uffici della Huawei in Polonia

La polizia ha intanto perquisito gli uffici di Huawei in Polonia e della compagnia di telecomunicazioni Orange Polaska per la quale lavora Piotr D. L’anno scorso le due società hanno lavorato assieme sulla nuova rete di telefonia mobile 5G nel paese europeo.

Huawei boicottata da molti governi occidentali

Il 18 dicembre scorso il presidente del colosso cinese Huawei ha respinto ogni collegamento con i servizi di intelligence di Pechino, in un momento in cui l’azienda sta facendo fronte a una sorta di boicottaggio delle sue apparecchiature 5G in Occidente. “Non ci sono prove che Huawei stia minacciando la sicurezza nazionale di qualsiasi paese”, ha detto Ken Hu in conferenza stampa, presso la sede centrale del gruppo a Shenzhen, nel Sud della Cina.

La società sta vivendo un anno difficile 2018. Gli Stati Uniti, preoccupati per i progressi della Cina nel settore tecnologico, stanno cercando di dissuadere i loro alleati dall’utilizzare le apparecchiature del gruppo cinese. Washington ha anche ottenuto dal Canada l’arresto di Meng Wanzoui, figlia del fondatore di Huawei e responsabile finanziario della società, con l’accusa di aver violato le sanzioni americane contro l’Iran. Huawei, inoltre, ha dovuto affrontare negli ultimi mesi un rifiuto della sua tecnologia negli Stati Uniti, in Australia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Francia e Germania. A questa lista si è aggiunta da poco la Repubblica ceca, la cui agenzia per la sicurezza dell’informazione e la cybersecurity ha definito il software e l’hardware del gruppo cinese una minaccia per la sicurezza nazionale.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *