Juncker senza vergogna: si batte il petto su Grecia e austerità. Ma chi vuole prendere in giro?

15 Gen 2019 15:19 - di Redazione

Juncker senza vergogna. Ha il classico sapore della presa in giro la sua “autocritica”  sul rigore europeo. Durante la crisi del debito «c’è stata dell’austerità avventata, ma non perché volevamo sanzionare chi lavora e chi è disoccupato: le riforme strutturali restano essenziali». Così il presidente della Commissione Ue nel suo intervento in aula a Strasburgo.

«Non siamo stati solidali con la Grecia»

«Mi rammarico – contnua Juncker battendosi il petto – di aver dato troppa importanza all’influenza del Fondo monetario internazionale. Al momento dell’inizio della crisi  molti di noi pensavano che l’Europa avrebbe potuto resistere all’influenza del Fmi. Se la California è in difficoltà, gli Stati Uniti non si rivolgono» al Fondo monetario internazionale e «noi avremmo dovuto fare altrettanto». Il “mea culpa” di Juncker prosegue sulla Grecia: «Non siamo stati sufficientemente solidali con la Grecia e con i greci» durante la crisi del debito. «Mi rallegro di constatare che la Grecia, il Portogallo ed altri Paesi – ha aggiunto – hanno ritrovato se non un posto al sole», almeno «un posto tra le antiche democrazie europee». Rammaricarsi a cose fatte (e immodificabili)  non ha alcun senso.  Chi vuole prendere in giro Juncker?

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