Il piccolo Julen nel pozzo da 4 giorni: arrivano gli svedesi che riportarono alla luce i minatori cileni

18 Gen 2019 10:56 - di Redazione

Continua senza sosta il lavoro dei soccorritori per salvare il piccolo Julen, il bimbo di due anni caduto la scorsa domenica in un pozzo di 23 centimetri di diametro e 110 metri di profondità nei pressi di Totalán (Malaga), in Spagna. Sul posto è giunta anche la Stockholm Precision Tools AB, la compagnia svedese che riuscì a localizzare 33 minatori cileni bloccati 69 giorni sotto terra dopo una frana. Le operazioni però sono lunghe e difficili, anche perché, cadendo, il bambino ha trascinato con sé un mucchio di pietre e terra che ostruisce il condotto a 71 metri di profondità. Inizialmente è stato fatto un tentativo di risucchiare il tappo di terra, senza successo. Successivamente, è stata scavata una galleria orizzontale per arrivare perpendicolarmente alla base dove si crede che il bambino sia, ma il terreno instabile e duro ha impedito di avanzare in sicurezza.

Come stanno operando i pompieri

Ora le autorità hanno deciso di scavare un tunnel verticale per poi arrivare direttamente a Julen, che si pensa sia a circa 80 metri di profondità, attraverso piccole gallerie orizzontali. Un’operazione che potrebbe richiedere anche quattro giorni, secondo il responsabile dei soccorsi, l’ingegnere Juan Lopez Escobar. Nel cunicolo i pompieri andalusi operano con un robot, due telecamere e un’apparecchiatura per far passare l’aria, il tutto diretto dalla superficie attraverso un monitor con precisione chirurgica. Attualmente sono dodici le squadre che si trovano ad operare nell’area, tra società di estrazione e tecnici, tutto sotto la supervisione di un gruppo di consulenti ed ingegneri.

 

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