Globalizzazione addio: Trump, May e Macron snobbano l’inutile Forum di Davos

20 Gen 2019 12:23 - di Redazione

Il Forum di Davos interessa sempre meno anche perché si è scoperto che non serve a nulla. I grandi della Terra hanno altro da fare che parlare di globalizzazione e di sostenibilità. Lo shutdown blocca Donald Trump. I gilet gialli frenano Emmanuel Macron. E la Brexit costringe Theresa May a rimanere a Londra. Si allunga la lista dei big che non voleranno a Davos, dove si svolgerà il World Economic Forum da martedì fino a venerdì. L’agenda di alcuni dei protagonisti annunciati è stata modificata repentinamente da una serie di eventi. Negli Stati Uniti, il governo federale è paralizzato ormai da un mese per il braccio di ferro tra la Casa Bianca e i democratici. Trump chiede 5,6 miliardi di dollari per realizzare il muro al confine con il Messico. Al Senato, servirebbero i voti dell’opposizione per il via libera. Lo stallo impedisce l’approvazione del bilancio e dei finanziamenti per le attività di numerose agenzie. Risultato: centinaia di migliaia di dipendenti pubblici sono fermi e il governo è bloccato. In questo contesto, Trump ha annullato il viaggio che avrebbe dovuto portare in Svizzera una nutrita delegazione a stelle e strisce, compreso Steven Mnuchin, segretario al Tesoro, e Mike Pompeo, segretario di Stato. Più diplomatica, invece, la decisione adottata in Francia da Macron. Il presidente, alle prese con un’agenda fitta di impegni, da novembre deve fare i conti con la protesta dei gilet gialli. Le misure varate dal governo non hanno posto fine alla mobilitazione. Macron quindi ha ritenuto opportuno cancellare la trasferta elvetica e annullare la partecipazione all’evento. Nelle ultime ore, è arrivato anche il passo indietro di Theresa May. La premier britannica è reduce da una settimana campale sul fronte della Brexit e si prepara ad affrontare nuove giornate di fuoco. L’accordo raggiunto con Bruxelles sull’uscita dall’Ue è stato bocciato con numeri clamorosi dal Parlamento, che ha però garantito la fiducia al primo ministro, impegnato ora nel complicato tentativo di trovare la soluzione al rebus.

I big del pianeta a Davos per discutere di globalizzazione nell’era della quarta rivoluzione industriale. E’ questo il tema attorno al quale si articolerà l’edizione 2019 del World Economic Forum, in programma dal 22 al 25 gennaio. In assenza dei tre pesi massimi, a Davos saranno comunque presenti 30 capi di Stato e di governo, compreso il presidente del Consiglio Giuseppe Conte accompagnato dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e dell’Economia Giovanni Tria. La mission del Forum è affrontare la “globalizzazione 4.0” per “dare forma ad un’architettura globale nell’era di una quarta rivoluzione industriale”. I lavori si snoderanno attorno a cinque principi di riferimento: 1. Il dialogo è fondamentale e deve essere basato su una pluralità di soggetto coinvolti; 2. La globalizzazione deve essere responsabile e sensibile alle preoccupazioni regionali e nazionali; 3. Il coordinamento internazionale deve essere migliorato in assenza di cooperazione multilaterale; 4. Affrontare le maggiori sfide globali richiede gli sforzi collaborativi delle aziende, del governo e della società civile; 5. La crescita globale deve essere inclusiva e sostenibile. Insomma, molte chiacchiere per nessun risulktato concreto. Fanno bene a non andarci.

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