Fontana di Trevi, il Campidoglio fa cassa sulle spalle dei poveri: basta monetine alla Caritas
Le monetine di Fontana di Trevi potrebbero non andare più alla Caritas. Il Campidoglio ha rinnovato solo fino a marzo la convenzione che, ormai da 17 anni, le assegna all’organizzazione ecclesiastica. La Caritas destina l’obolo con cui i turisti scommettono sul loro ritorno a Roma – circa un milione di euro l’anno – a progetti per i più bisognosi, dai senzatetto alle famiglie in difficoltà economica. Non si sa bene, invece, cosa ne farà il Campidoglio: forse li impiegherà per il restauro e la conservazione dei beni artistici, forse a sua volta in progetti sociali.
La preoccupazione della Caritas
«Stiamo ragionando in tutte le direzioni, cercheremo di trovare la soluzione più condivisa possibile», ha affermato la presidente della Commissione capitolina Politiche Sociali, Maria Agnese Catini. La Caritas dal canto suo ha espresso «preoccupazione» per il fatto che quei soldi possano essere sottratti ai poveri e destinati ad altri usi. «C’è preoccupazione, ma c’è tutto il desiderio di continuare a collaborare con il Campidoglio», ha spiegato il direttore di Caritas Roma, don Benoni Ambarus.
«Fontana di Trevi alimenta la solidarietà»
«In queste ore – ha detto a Vatican News – alberga il desiderio di dire grazie ai milioni di turisti che, lanciando le monetine nella fontana di Trevi, hanno donato una marea di solidarietà. Spero di dire grazie anche in futuro a nome dei poveri». C’è il rischio di un ridimensionamento degli aiuti ai poveri? «Per ora non riesco ad immaginarmelo, ma, certo, rischiamo una situazione simile», ha chiarito Ambarus, sottolineando «tutto il nostro desiderio di continuare la collaborazione con il Campidoglio. Si è sempre creduto nell’iniziativa di solidarietà sociale svolta dalla Chiesa di Roma. Speriamo – ha concluso il prelato – di poter essere riconosciuti ancora come agenti di bene».
A che punto è ridotto il comune, sempre sia vero. Ma mi sa …