«Buffoni, ci avete tradito»: la rabbia della base grillina sul pasticcio delle trivelle

7 Gen 2019 15:46 - di Federica Argento

Le trivelle entrano nella carne viva del Movimento 5 Stelle, complicando i rapporti – già non più idilliaci come un tempo – tra la base più sensibile alle tematiche ambientali e la forza politica guidata da Luigi Di Maio. A partire dalla Puglia, dove una buona fetta degli attivisti pentastellati ha già dovuto ingoiare i bocconi amari di Ilva e Tap. Il caso dei tre nuovi permessi rilasciati per la ricerca del petrolio nel Mar Ionio ha mandato in subbuglio gli attivisti pugliesi, che nelle ultime ore stanno tempestando di messaggi i parlamentari nazionali per chiedere delucidazioni sulla vicenda e, soprattutto, rassicurazioni. E in alcuni casi si sono fiondati sulla pagine Facebook dei portavoce grillini per manifestare delusione e rabbia.

«Tradimento. Non ci sono più parole che tengano», scrive Antonio tra i commenti al post con cui la deputata Rosalba De Giorgi rilancia le precisazioni del sottosegretario al Mise Davide Crippa sulle trivelle nello Ionio. «Taranto ci ha creduto ma è stata tradita. Senza parole, solo rabbia e amarezza», attacca Gabri, un’utente Fb. Rincara Gianfranco: «A qualcuno di voi M5S devo togliere il like, mi escono tutti post uguali. Copia e incolla». Seguito dall’utente Domy: »Buffoni cialtroni venite a trovarci a Taranto, vi aspettiamo». Rovente è il cellulare del deputato tarantino Giovanni Vianello, membro della Commissione Ambiente della Camera. «Mi confronto costantemente con attivisti di Taranto e pugliesi in generale: ovviamente, hanno chiesto come mai fossero stati rilasciati questi permessi, ma è stato semplice spiegarlo», dice Vianello all’Adnkronos, che aggiunge: «Tra agosto e settembre 2017 lo avevamo detto forte e chiaro che erano state rilasciate le valutazioni d’impatto ambientale da parte del governo Pd».

«Non avete fatto il vostro dovere»

Anche altri esponenti del gruppo parlamentare provano a fare quadrato attorno a Di Maio, il quale ha addossato tutte le responsabilità al vecchio esecutivo targato Pd, affermando che il suo ministero «ha semplicemente sancito quello che aveva deciso il vecchio governo». Anche se un utente del Blog delle Stelle, in risposta fa notare: «Nei sei mesi di governo intercorsi nessuno ha pensato bene di fare un decreto che stoppasse completamente queste operazioni per rispettare quanto promesso in campagna elettorale. Dopodiché è ovvio che il funzionario abbia fatto il suo dovere, ma qualcun altro (almeno i due ministri coinvolti) non ha fatto il suo». Quella delle trivellazioni «è una pesante eredità del Pd, come tante altre. Continueremo a combattere trivelle e air gun, non è cambiato nulla», sottolinea come in una litania la senatrice Daniela Donno.

La bufera non si placa

La bufera non si placa e  il tema delle trivellazioni potrebbe finire al centro della riunione dei senatori del Movimento 5 Stelle fissata per la giornata di  martedì 8 gennaio. Si tratta di una assemblea di routine, convocata dai vertici del gruppo per fare il punto della situazione dopo la pausa natalizia. Anche se all’ordine del giorno la questione trivelle non c’è (si parlerà di decreto semplificazioni), l’argomento potrebbe essere sollevato da alcuni esponenti 5 Stelle.

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