Blitz nelle ambasciate a Brasilia: si stringe la rete intorno al criminale Cesare Battisti

3 Gen 2019 16:28 - di Antonio Pannullo

Il neo presidente brasiliano Jair Bolsonaro sta tenendo fede al suo impegno di consegnarci il terrorista rosso Cesare Battisti, condannato per quattro omicidi, che da anni si nasconde in Brasile grazie alle complicità dei suoi compagni: la polizia federale brasiliana ha improvvisamente perquisito le ambasciate di Venezuela e Bolivia nell’ambito delle indagini per la cattura di Cesare Battisti. Le rappresentanze diplomatiche a Brasilia però hanno negato di aver offerto rifugio all’ex terrorista rosso. Secondo il quotidiano Estadao, le indagini hanno coinvolto almeno due sedi diplomatiche. La polizia federale brasiliana è a caccia dell’ex terrorista italiano dalla metà di dicembre, quando il giudice Luiz Fux, membro del Tribunale supremo brasiliano, ha emesso un mandato di arresto. L’ormai ex presidente Michel Temer, prima di lasciare l’incarico, ha firmato il decreto per l’estradizione in Italia. A quanto pare, Cesare Battisti sarebbe nascosto in Amazzonia, regione impervia dov e è facile nascondersi. Ne è convinta la polizia federale brasiliana. Sempre secondo il quotidiano Estadao, gli inquirenti hanno fatto calare il silenzio sulla vicenda per indurre Battisti a ritenere che le ricerche abbiano rallentato. Battisti come si ricorderà è stato condannato con sentenze passate in giudicato, ma questo non ha impedito che intellettualoni di sinistra di tutto il mondo si schierassero contro l’estradizione: persino esponenti di Amnesty International latino-americani si erano pronunciati in questo senso e addirittura esponenti del mondo cattolico. Da giovane aveva aderito al Pci e alla Fgci, ma ne era uscito presto, per dedicarsi alla delinquenza comune. Poi era entrato nei Proletari Armati per il Comunismo e aveva avuto contatti anche con Lotta Continua e Autonomia operaia.

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