Bersani ammette il golpe di Napolitano & Co. contro il Cav: «Fecero fuori me e lui»

17 Gen 2019 10:12 - di Gabriele Alberti

Fa effetto leggere le parole rilasciate al Giornale dall’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che”rivisita” gli eventi che portarono in quel 2011 a disarcionare Berlusconi dal governo e intraprendere una rovinosa politica di austerità incarnata dall’esecutivo lacrime e sangue di Mario Monti. Regia di Giorgio Napolitano. Bersani in qualche modo concede “l’onore delle armi” al suo avversario storico, Berlusconi, che all’epoca – fra sorrisetti complici di Sarkozy e Merkel- era  l’unico ad opporsi ad un politica del rigore che oggi “scopriamo” essere stata “esagerata e poco solidale” dalle parole tardive del commissario europeo Juncker, soprattutto nei confronti della Grecia. Bersani riconosce tutto questo quando afferma che ci fu un’ «ubriacatura europeista». «Le vittime dell’austerity? – dice –  Berlusconi e il sottoscritto…».

Bersani: «Molti si ubriacarono di retorica europeista»

Racconta l’ex segretario del Pd  che fu messo di fronte a un ”aut aut”: «Ricordo ancora la direzione in cui posi i dirigenti del partito di fronte all’opzione governo Monti o elezioni. Mi trovai di fronte un fuoco di sbarramento di sei interventi di esponenti di primo piano che consideravano Monti una scelta obbligata. Poi c’era Napolitano… Da quel momento, tutte le settimane, per un anno, sono stato sottoposto ad un’esame di montismo. E anche se avevo qualche dubbio sull’efficacia della politica del loden, dovevo accettare l’impostazione di chi, per far dimenticare il proprio passato comunista, pensa sempre che abbiano ragioni gli altri. La verità è che in molti si ubriacarono di retorica europeista. Trasformarono un’idea buona, l’Europa unita, in un’ideologia…».

Tutto nascerebbe da qui, è il senso del discorso di Bersani: dalle politiche di austerity imposte dall’Europa all’Italia  derivarono l’“imposizione” del governo Monti voluto dall’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il disagio, la recessione, l’accrescersi di «grillini e sovranisti, figli della politica di Napolitano» e dell’ubriacatura europeista che grazie all’ex presidente della Repubblica divenne un “credo” che inguaiò l’economia italiana.

Commenti

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  • Rodolfo Ballardini 17 Gennaio 2019

    Un pò tardiva questa ammissione. Lui e napolitano andrebbero denunciati e messi alla gogna. Oltre ad addebitare danni.