Video anti aborto al Liceo, aria di censura. E si muove persino la Procura (video)

15 Dic 2018 18:45 - di Roberto Frulli

Parte la segnalazione alla Procura e al Tribunale dei Minori per una lezione scolastica ritenuta troppo esplicita sul tema dell’aborto in un liceo di Monopoli nel barese il 4 dicembre scorso.
Secondo la denuncia di Veronica Giannone, parlamentare portavoce del M5S alla Camera, che ha presentato un’interpellanza al governo, nel corso di due incontri con gli studenti delle prime classi del Liceo “G. Galilei – M. Curie” di Monopoli, incontri al quale era stata invitata l‘associazione “Movimento per la vita”, sarebbero state utilizzati termini piuttosto forti e, successivamente, mostrato un  video americano abbastanza famoso, “L’urlo silenzioso”, il documentario del 1984 realizzato dall’ex-medico abortista Bernard Nathanson favorevole, successivamente, al Movimento Pro-life, che utilizza «materiale autentico» e scene esplicite sull’aborto.

La vicenda sarebbe avvenuta in due tempi.
Inizialmente sarebbe stata invitata l’associazione “Movimento per la vita” a parlare ai ragazzi delle prime classi. E, secondo la parlamentare Cinque Stelle, sarebbero state usate espressioni come «la pratica dell’aborto prevede che si estraggano pezzi di gambe e braccia di bambini già formati».
«Pochi giorni dopo il docente di Religione Cattolica – continua la Giannone – ha proiettato un documentario dal titolo “L’Urlo Silenzioso”, del 1984, vietato ai minori, in cui si vedono scene esplicite di aborti, accompagnate da termini come “bambino dilaniato” o “smembrato”».

Ludovico Abbaticchio, garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Puglia, invita a non strumentalizzare i ragazzi «con immagini violente». E avverte che, come Garante, chiederà «ai responsabili scolastici cosa è accaduto e chi ha scelto questo inaccettabile incontro che sicuramente ha provocato nei minori che hanno assistito gravi momenti di sgomento e di dramma psicologico».

«Chiederò alla Procura dei Minori e al Tribunale per i minori – annuncia Abbaticchio – di intervenire per quanto di loro competenza per accertare le responsabilità di questo intervento deviante e terroristico nei confronti di minorenni all’interno di attività scolastiche».

«Esiste – ricorda il garante dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Puglia – una legge dello Stato, la 194/78, che prevede anche la corretta informazione contraccettiva per prevenire l’aborto. Ma questa opera di vergognosa informazione deviante è inaccettabile soprattutto se proiettata alla presenza di minori in una scuola. L’educazione alla salute e alla sessualità si realizza attraverso programmazione equilibrata ed informazione corretta anche per prevenire l’aborto che rimane comunque una scelta luttuosa è drammatica per la donna che sceglie questo percorso garantito dalla legge. Legge 194 che garantisce anche le minori».

Travolto dalle polemiche per la visione del video con scene di aborti durante l’orario scolastico proposto dall’associazione anti-abortista, il Polo Liceale ‘G. Galilei – M. Curie’ di Monopoli, in provincia di Bari, ha attivato delle verifiche interne e ha riunito gli organi collegiali: «quanto è accaduto è particolarmente grave in merito a un utilizzo improprio e inadeguato del video e della procedura seguita nel corso della lezione, tenuto conto della età adolescenziale degli studenti della classe e del contesto entro cui si è svolta ogni vicenda denunciata», accusano, in una nota congiunta, il dirigente scolastico Martino Cazzorla, il Consiglio di istituto e il Collegio di classe.

«In ogni caso – spiegano – si evidenzia che la presenza della presidente del Movimento per la Vita di Monopoli non è stata mai né richiesta a questa dirigenza o alla scuola né tantomeno autorizzata. E, men che meno, lo è stata la proiezione del video in questione. Pertanto, ove siano confermate circostanze che abbiano violato le garanzie educative – avvertono il dirigente scolastico Martino Cazzorla, il Consiglio di istituto e il Collegio di classe – saranno prese le opportune decisioni da parte degli organi preposti».

Dal Polo liceale sostengono che la comunità scolastica non sapeva nulla della vicenda. E che «avrebbe preferito venire a conoscenza dei fatti e dei rilievi esposti, attraverso i canali istituzionali esistenti e previsti».

Commenti

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  • giorgio rapanelli 16 Dicembre 2018

    Non sono riuscito a vedere il filmato fino in fondo. Da buon comunista materialista e non credente, e considerando l’aborto una conquista di civiltà e di liberazione della donna, sono stato un abortista, votai a favore dell’aborto e ho fatto uccidere un mio figlio. Dando anni dopo un procedimento di Scientology, una donna che avevo fatto regredire nell’inconscio, contattò l’episodio del tentato aborto che sua madre, da ragazza madre, fece fare da una mammana e che non andò a buon fine… Nacque una bambina con dei problemi laddove il ferro da calza della mammana aveva colpito il feto di un mese e mezzo in: quella parte che sarebbe diventata poi udito e corde vocali. La donna aveva paure dei ferri da calza e non riusciva a tagliare la carne cruda… Quando contattò quel suo episodio prenatale, durante il quale urlava “mamma, perché mi fai uccidere?” (il feto si esteriorizzava e vedeva la mammana), io mi chiesi “ma cosa ho fatto fino ad oggi?”. In cinque secondi da abortista divenni antiabortista. Non ero cattolico. Ritornai nella Chiesa cattolica anni dopo. Noi non possiamo impedire l’aborto, ma la politica deve fare in modo che non si abortisca, aiutando la donna a tenere il bambino con tutti gli aiuti del caso. Sono d’accordo che “quando le culle sono vuote la Nazione invecchia e decade”… Una delle cause della fine dell’Impero romano fu l’aborto praticato su larga scala dalle donne che volevano essere libere dalle incombenze della maternità per divertirsi. Noi stiamo andando su questa strada…

  • Francesco Ciccarelli 15 Dicembre 2018

    Se avessero proiettato scene senza censura girate ad Auschwitz, qualcuno avrebbe denunciato il fatto alle Autorità?