Terrorismo, arrestata la mente dell’attacco a Charlie Hebdo. Era in fuga dal 2011
Aveva trovato rifugio a Gibuti il terrorista considerato una delle menti dell’attentato al giornale satirico Charlie Hebdo, del 7 gennaio 2015. L’uomo, identificato come Peter Chérif, ma noto anche come Abou Hamza, è stato fermato nel Paese dell’Africa orientale il 16 dicembre. In fuga dal 2011, era fra i terroristi più ricercati al mondo. Secondo quanto riferito da una fonte giudiziaria, però, Chérif non sarebbe stato fermato in relazione alla strage di Charlie Hebdo. «In questa fase – ha detto la fonte – non è inserito nel contesto di un procedimento giudiziario».
Il terrorista fu lasciato libero in attesa di giudizio
A riferire dell’arresto del jihadista francese è stata Radio France Info, citando fonti anonime. È stato invece il quotidiano Le Figaro a svelare che il terrorista sarà presto estradato in Francia. Abou Hamza, originario di Parigi, è noto all’antiterrorismo da un quindicennio: si affiliò ad al-Qaeda dopo l’invasione dell’Iraq del 2003 guidata dagli Stati Uniti. Nel 2004 fu catturato per la prima volta a Fallujia. Nel 2006 fu condannato, ma riuscì a scappare da un carcere di Mosul. Nuovamente arrestato, fu lasciato libero in attesa di giudizio dalle autorità francesi e scappò definitivamente nel gennaio del 2011, quando si stavano celebrando le ultime battute del processo a suo carico.
Il legame con gli assassini di Charlie Hebdo
Da allora Hamza non ha mai interrotto la sua attività terroristica e i servizi francesi trovarono sue tracce in Yemen, paese separato da Gibuti da uno stretto lembo di mare. Stando alle ricostruzioni investigative, nonostante la lontananza il terrorista faceva parte della cerchia stretta di Cherif e Said Kouachi, i due fratelli islamisti che hanno ucciso 12 persone nell’attacco contro Charlie Hebdo e che poi sono stati uccisi a loro volta pochi giorni dopo.