Almeno 4 morti alle Piramidi di Giza, bomba islamica contro bus di turisti

28 Dic 2018 23:23 - di Antonio Pannullo

I terroristi islamici tornano a colpire in Egitto: e lo fanno nella maniera più vigliacca possibile, come è nel loro stile, colpendo autobus di inermi turisti. Un’esplosione ha investito infatti un bus con a bordo turisti nella frequentatissima area delle Piramidi a Giza provocando vittime. Lo riferiscono i media egiziani. Le vittime sarebbero tre turisti vietnamiti e un autista del bus, egiziano. Oltre 10 i feriti dalla bomba artigianale che ha investito il bus. Lo ha riferito il ministero dell’Interno egiziano, secondo quanto riportato dai media locali. Secondo il sito del quotidiano governativo Al Ahram, 14 persone si trovavano a bordo del bus al momento dell’esplosione dell’ordigno, avvenuta nel quartiere di Marioutiya, a Giza. Sono rimasti feriti anche l’autista e una guida turistica, entrambi egiziani.

I terroristi islamici sono da tempo in guerra con il presidente Al Sisi, uomo forte del Medio Oriente, che sta conducendo una durissima campagna di bonifica contro l’isis e i suoi alleati, che in Egitto sono molto numerosi. L‘Isis egiziano vuole destabilizzare il governo del Cairo, vista fallita la Primavera araba orchestrata dall’estero, e per farlo cerca di mettere in crisi quello che è il settore più florido dell’Egitto, ossia quello del turismo. Ma anche le altre religioni, secondo i dettami del fanatismo islamico, sono state bersaglio dell’Isis: l’anno scorso furono colpite le chiese copte di Tanta e Alessandria d’Egitto, i morti furono 44. Come dimenticare poi gli attentati di Sharm el-Sheikh del luglio 2005, dove una serie di attacchi terroristici suicidi nel principale sito turistico d’Egitto causò ben 88 morti? Risale ancora più indietro nel tempo, al 1997, il massacro di Luxor, altro sito turistico dell’Egitto, dove gli jihadisti uccisero oltre 60 persone, a cui seguì una spietata quanto inefficace repressione da parte dell’allora presidente Moubarak. Ciò dimostra che in Egitto il terrorismo islamico è radicalizzato da almeno due decenni, anche se oggi sono cambiati i capi ma non le strategie e gli obiettivi. Le autorità pensano che l’attentato odierno sia da collegare alla prossima visita nel Paese del segretario di Stato, Mike Pompeo, che dovrebbe pronunciare all’inizio del prossimo anno un discorso sulla politica Usa in Medio Oriente durante una visita al Cairo. Dal dipartimento di Stato Usa si precisa che il discorso dovrebbe essere pronunciato il 10 gennaio, ma si avvisa che il programma della visita in Egitto, dovrebbe fare parte di un ampio tour di Pompeo nella regione, con tappe anche in Israele ed Arabia Saudita, è ancora in fase di preparazione. Quello che è certo che il team del segretario di Stato sta cercando di minimizzare i paragoni con un altro importante discorso del Cairo, quello che nel giugno del 2009, a sei mesi dal suo insediamento, Barack Obama pronunciò all’università del Cairo per ricucire i rapporti con il mondo arabo, dopo le ferite inflitte dalla guerra al terrorismo e l’invasione dell’Iraq della precedente amministrazione. Non è però escluso, sottolinea ancora Politico, che anche Pompeo pronuncerà il suo discorso nell’ateneo della capitale egiziana.

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