Strasburgo, parla il fratello del terrorista: «Non sono riuscito a farlo ragionare»
Un delinquente, in rotta con la società. Condannato a più riprese e con un “credo” religioso sempre più rigido, che poi è scivolato piano piano verso l’Islam radicale: così il fratello dell’attentatore di Strasburgo – parlando brevemente con Rtl dopo 4 giorni di fermo – descrive Chérif Chekatt, l’uomo che ha ucciso 5 persone e ne ha ferite altre 11 lo scorso 11 dicembre.
«Ciascuno ha una parte di responsabilità», commenta l’uomo e si dice dispiaciuto di non aver potuto fare niente per impedire la deriva del fratello, dal quale aveva finito per prendere le distanze. Il fratello del terrorista, però, esprime dubbi sulla sua appartenenza organica all’Isis. Parla piuttosto un “lavaggio di cervello”, una “deriva personale” che l’hanno spinto a compiere il peggio, ma senza per questo dover essere teleguidato dall’Isis. Il fratello di Chekatt – afferma l’emittente – appare triste e smarrito, ci tiene a fare le condoglianze alle famiglie delle vittime anche se sa che nessuna parola «potrà mai lenire il loro dolore».
Ventiquattro ore, putroppo è salito a cinque il bilancio delle vittime dell’attentato di Strasburgo. È è morto infatti Barto Pedro Orent-Niedzielski, 35 anni, detto Bartek, rimasto per giorni in coma profondo. Lo riporta Le Monde. Il terrorista Cherif Chekatt gli aveva puntato la pistola in fronte e aveva fatto fuoco. La vittima era in compagnia del giornalista italiano Antonio Megalizzi, morto venerdì per una ferita simile.