Putin: il rap va controllato. Il piano per trasformare la musica di opposizione
Dopo settimane di provvedimenti contro musicisti – il mese scorso sono stati cancellati dalle autorità 14 concerti e sono stati tre gli artisti detenuti – il presidente russo Vladimir Putin ha parlato della musica rap come stile non da bandire ma da guidare. “Se è impossibile fermarla, allora dobbiamo controllarla”, ha dichiarato Putin, che oggi al Cremlino ha ricevuto i suoi consiglieri per la cultura. “Il rap si basa su tre pilastri, sesso, droga e protesta”. Ma non è la protesta a preoccupare, ha detto, quanto la droga, “strada per il degrado del paese”. La strage ispirata al liceo di Columbine da parte di uno studente dell’Istituto tecnico di Kerch (un ragazzo ha ucciso 19 coetanei e poi si è tolto la vita) e gli episodi sempre più frequenti anche in Russia di violenza nelle scuole sono una delle cause della repressione della musica, considerata l’insistenza con cui gli inquirenti hanno lavorato sui gusti musicali dei ragazzi coinvolti. In Russia i testi di alcuni rapper sono sfacciatamente e esplicitamente antiputiniani. Per questo, secondo Politico.eu, che dedica al tema un ampio articolo, i rapper sono finiti di recente nel mirito dei servizi segreti e di sicurezza russi che, con scuse più o meno plausibili, vietano i concerti e boicottano la diffusione della musica di opposizione.
La Duma di Stato, che nei giorni scorsi ha ospitato una tavola rotonda con alcune star del pop, ha annunciato un ‘contest’ per canzoni rap il cui tema tuttavia dovrà essere quello del viaggio in Russia. Il vincitore sarà portato in tour nelle diverse città del paese, ha anticipato il deputato Mikhail Degtyarev. “Vogliamo offrire una piattaforma per discussioni aperte e per pubblicizzare le opportunità e i difetti delle diverse città. Se per esempio vicino a un sito turistico c’è una strada dissestata, dovrebbe essere fatto un video”, ha aggiunto. Il garante per i diritti umani ha reso noto anche che il presidente Putin gli ha chiesto di indagare sulle ragioni per cui vengono cancellati i concerti. Il popolare rapper russo Husky (Dmitry Kuznetsov, il vero nome), i cui video hanno totalizzato sei milioni di visualizzazioni su youtube, era stato arrestato il mese scorso dopo essersi esibito per strada, sul tetto di un’auto, a Krasnodar, dopo che gli agenti del ministero degli Interni avevano staccato la corrente nella sala in cui si esibiva a Rostov. Condannato a 12 giorni di prigione per vandalismo, era stato rilasciato dopo soli quattro giorni, poche ore prima di un concerto in suo sostegno organizzato a Mosca da un collega hip hop. La coppia che costituisce IC3PEAK è stata costretta a cancellare sei delle undici date in programma e il primo dicembre scorso Nick e Nastya erano stati detenuti qualche ora in Siberia, a Novosibirsk. Fra gli artisti a cui sono state cancellate date, gli ucraini Poshlaya Molly, i rapper Face and Allj, e Monetochka.
Lo ammetto: ammiro Vladimir Putin.
Anche se fermare il degrado morale, culturale e sociale in Europa appare, ad oggi, pressoché impossibile, mi auguro che Putin riesca a porre un freno all’americanismo/sionismo dilagante almeno nel suo Paese (e speriamo, in generale, nei popoli europei dell’Est: sono loro che erediteranno, forse, il cuore della cultura e tradizione europea). Attualmente, si ha assoluta necessità di guide politiche preparate, forti di una solida base dottrinaria atta a determinare un preciso indirizzo politico, un ben determinato progetto che sia il più possibile libero da contraddizioni. Purtroppo, l’Europa occidentale appare essere, ormai, territorio intieramente americanizzato e in particolare, la politica italiana – tradizionalmente debole, tranne in quei pochi casi da tempo consegnati alla cosiddetta “storia” – prona a compromessi e clamorosi voltafaccia, sembra del tutto incapace di imporsi/imporre un percorso di ricostruzione identitaria che sia, però, del tutto ITALICA, scévra da qualsiasi tipo di influsso straniero.
Grande Putin! Ci vorrebbe in Italia.