Per Moscovici i francesi possono spendere e spandere, gli italiani no. L’ira di Salvini
Moscovici torna alla carica e difende “il caso Francia” in modo arrogante e provando – se ancora ce ne fosse bisogno – che questa Europa ormai è in grado di contare solo figli e figliastri. Parlando a una radio francese Moscovici ha dichiarato: «L’unico Paese a sforare il vincolo del 3% sarà la Francia perché si tratta di un’emergenza sociale. E non ci saranno sanzioni». Insomma, da voi non ci sono i Gilet gialli che sfasciano le vetrine, le strade, tirano lacrimogeni. Quindi zitti e mosca, obbedite ai diktat e fate la manovra sotto dettatura della Ue. Non esagera Carlo Sibilia, sottosegretario al ministero dell’Interno a commentare sarcasticamente: «Cari italiani, la prossima volta scendete in piazza e sfasciate tutto invece di veicolare la vostra rabbia nella creazione di un progetto politico e nel voto democratico. Insomma siamo al limite dell’istigazione alla violenza».
Moscovici: «Italia e Francia non sono comparabili»
Moscovici dai due volti: «Sto lavorando per evitare sanzioni sulla manovra. L’Unione Europea – aveva sostenuto solo poche ore fa – sta tentando di trovare la soluzione per evitare sanzioni. Sono fiducioso. Stiamo lavorando senza sosta per fare in modo che l’Italia realizzi le politiche che desidera rispettando le regole». Ma poi gioca in casa una partita del tutto diversa, difendendo e giustificando la Francia che con le nuove misure annunciate da Macron sforerà quasi certamente il tetto del 3 per cento del rapporto deficit/Pil. E’ inaccettabile che si continui a veicolare il caso Francia come «diverso» da quello italiano, come cerca di dimostrare Moscovici: «I deficit di Francia e Italia non sono comparabili. Ci sono due grandi differenze tra Francia e Italia: in Francia c’è un’emergenza sociale, misure eccezionali, con un anno di superamento temporaneo. È consentito dalle regole. Nel caso dell’Italia, esiste una politica di rilancio di 3 anni». E alle parole di Moscovici ha risposto il vicepremier Matteo Salvini, che a “Quarta Repubblica”, il talk show su Rete 4, ha replicato: «Mi auguro – ha sottolineato Salvini – che a Bruxelles ci sia buonsenso e non ci siano figli e figliastri, che a noi ci contino anche i peli nel naso mentre i francesi possano spendere e spandere. A Natale sono tutti più buoni, spero lo sia anche Juncker».
18 Dicembre 2018 — Ma no, tagliare i fondi ai giornali, i quali checche se ne dica sono indispensabili in democrazia; è un atto da incapaci, perchè essi si possono anche tagliare, ma devono essere l’ultima spiaggia; perchè la precedenza sacra spetta a : sperperi, ruberie, privilegi inauditi, arricchimenti illeciti e insulti alla miseria. E, se anche il governo del cambiamento non ha questo coraggio pensateci meglio, perchè io sono già per la loro urgente caduta