Maggi? Per Bolognesi “muore da innocente, ma era sicuramente implicato nel 2 agosto”
Riceviamo da Massimiliano Mazzanti e pubblichiamo:
Caro direttore,
sospeso per la pausa natalizia, il processo a carico di Gilberto Cavallini aveva concluso l’ennesimo ciclo di udienze – come ricorderà qualcuno – con la pesantissima litigata tra parti civili e Procura della Repubblica. Oggetto del contendere, le ricostruzioni dello stragismo propugnate da Paolo Bolognesi – l’ex parlamentare del Pd presidente dell’Associazione 2 agosto – e definite dagli stessi magistrati (che pur stanno inquisendo l’ex-Nar) fantasiose “bizzarrie logico-giuridiche”. Bolognesi sperava che le “bizzarrie” entrassero a far parte a pieno titolo del processo in corso; invece, i pm si sono opposti e ora la parola spetta alla Corte, ma è difficile, dati i toni accesissimi della polemica, che il presidente Michele Leoni adotti una decisione che sancirebbe una spaccatura verticale e insanabile tra pubblica accusa e giudicanti. Dunque, temendo – e a buona ragione- di veder sfumare l’opportunità di elevare alla dignità di tesi dibattimentali le suddette “bizzarrie”, Bolognesi ha ben pensato di ricorrere alla stampa, per farne conoscere il contenuto essenziale. Ecco quindi che Carlo Maria Maggi, in questi “distratti” giorni che separano Natale da San Silvestro, viene additato in punto di morte come uno dei responsabili della Strage di Bologna, avendovi avuto – lo dice senza giri di parole, Paolo Bolognesi – un ruolo essenziale. Carlo Maria Maggi è personaggio noto, alle cronache giudiziarie italiane: inquisito per un’infinità di reati legati allo stragismo degli anni ’70, è sempre uscito indenne dalle tante persecuzioni giudiziarie, fino a quando – qualche anno or sono, quando per altro non era più in grado di difendersi, poiché colpito ferocemente da una malattia del tutto invalidante – una sentenza della Corte di Cassazione annullò quella d’assoluzione per la strage di Piazza della Loggia a Brescia, aprendo la strada a una successiva sentenza. Dunque, dire come dice Bolognesi oggi, che Maggi era «sicuramente implicato anche nell’organizzazione della strage di Bologna» e che se «viveva un altro po’, forse poteva essere condannato anche per questo. Invece muore da innocente: per gente come noi, dopo anni di ricerche e analisi, è un peccato», non è corretto. Resta infatti il principio intangibile secondo cui le responsabilità penali dovrebbero essere attribuite solo e soltanto da sentenze definitive pronunciate da tribunali. Invece, laddove questo non è possibile, se si tratta di terrorismo “nero”, sembra avere uguale dignità anche l’opzione – si può definire così – “mediatica”: ciò che i tribunali non sono capaci di appurare, lo si può comunque cristallizzare nella narrazione storica e di cronaca. Quindi, con buona pace di chi crede ancora nel Diritto – ed è fede veramente controversa e messa continuamente a dura prova, in Italia – Carlo Maria Maggi sarà da oggi uno dei “mandanti” della Strage di Bologna. Per fortuna, per quanto farsesche appaiono ai più certe vicende giudiziarie, i tribunali non sono teatri, dove «la calunnia è un venticello che tremare il mondo fa».