La Boldrini “scandalizzata”: sui social spunta dalla lista la voce “manovra” e sbeffeggia Di Maio
«Impedire alle opposizioni di discutere in parlamento la legge più importante dello Stato: FATTO», la spunta polemica che fa riferimento alla lista dei provvedimenti in programma o già varati stilata dal vicepremier Di Maio è firmata Laura Boldrini, che rilancia la provocazione sui social e in un’intervista rilasciata in queste ore all’Avvenire in cui la ex presidentessa si dice scandalizzata dalla manovra e dalla sua tempistica,arrivando a definire l’iter parlamentare seguito dal governo «inaccettabile» e «mai visto prima»…
La Boldrini sui social contro manovra e governo
Un fiume in piena, Laura Boldrini, che archiviata la lezione morale con tanto di affondo di parte sulla violenza dentro e fuori gli stadi dopo la morte del tifoso il giorno dell’incontro Inter-Napoli, nell’intervista all’Avvenire cambia registro e spara a zero su governo e manovra, parla di «parlamento umiliato», di mancati richiami all’«articolo 72 della costituzione», e denuncia toni e modi, strategie e tempistiche che definisce «cose inaccettabili in un’aula parlamentare». «Mai visto niente di simile», si azzarda addirittura a dire, salvo poi rimangiarselo quando l’interlocutore che la intervista le ricorda gli strappi registrati nel corso della gestione precedente evocando chiaramente la “ghigliottina”: una menzione scomoda che l’ex presidentessa della Camera prova a minimizzare dicendo che, in fondo, in quel caso «si trattava di un decreto legge (su Imu-Bankitalia) su cui si erano svolte tutte le varie fasi del dibattito parlamentare, evitando però di dire che, troncando la discussione del disegno di legge di conversione del decreto-legge “Imu-Bankitalia“, ha consentito all’Assemblea di votare poche ore prima della sua decadenza, assumendosi così la responsabilità di togliere dal freezer la ghigliottina”, applicandola per la prima volta.
Quando ricorse alla ghigliottina e… non solo
Come per la prima volta, con la Boldrini a puntare l’indice contro sessismo e discriminazioni sessiste sul lavoro, non paga di denunciare ogni autore di post o di tweet che la chiamano anche lontanamente in causa, l’ex presidenta decide di far ristampare tutta la carta intestata in dote alla presidenza della Camera, sostituendo “Il presidente della Camera” con la più politically correct – a sua detta – dicitura “La presidente della Camera”. Del resto, bando ad essere imparziale, non è stata forse lei, la terza carica dello Stato a cui, da diversi fronti, hanno rimproverato più volte di aver declinato ruolo, potere, decisioni e dichiarazioni pubbliche a femminismo, terzomondismo e buonismo inclusivo? Insomma, davvero chi è senza peccato scagli la prima pietra o, per usare un altro celebre passo del Vangelo (visto che abbiamo appena finito di celebrare il Natale), perché guardare la pagliuzza che è nell’occhio di un altro e non accorgersi della trave che è nel nostro? (Luca, 6,41)…
Ma esiste una persona in Italia che ascolta questa signora???