Khashoggi gridò: «Non respiro». Ma i sicari di Bin Salman non si fermarono

10 Dic 2018 12:02 - di Redazione

Non riesco a respirare“. Sono state queste le ultime parole pronunciate da Jamal Khashoggi secondo una fonte informata delle indagini sull’omicidio del giornalista saudita. La fonte, che ha letto una trascrizione di una registrazione audio degli ultimi dolorosi momenti di Khashoggi, – spiega la Cnn – ha riferito come sia chiaro che l’omicidio del 2 ottobre sia stata l’esecuzione di un piano premeditato per eliminare il giornalista e non la conseguenza non voluta di un tentativo di sequestro improvvisato. La fonte descrive Khashoggi che lotta contro un gruppo di persone decise a ucciderlo: “Non riesco a respirare”, ripete più volte il reporter. La trascrizione rileva i suoni del corpo di Khashoggi mentre viene smembrato da una sega, mentre ai presunti colpevoli viene consigliato di ascoltare musica per non sentire i rumori. E, secondo la fonte, la trascrizione suggerisce che siano state fatte una serie di telefonate, in cui si parla dei progressi dell’operazione. Funzionari turchi ritengono che siano state fatte telefonate a figure di alto livello a Riyad. La trascrizione inizia nel momento in cui il giornalista entra nel consolato saudita di Istanbul verso l’ora di pranzo del 2 ottobre per ottenere documenti utili al suo prossimo matrimonio con Hatice Cengiz. Secondo la fonte citata dalla Cnn, Khashoggi ha compreso quasi subito che le cose non sarebbero andate come previsto quando riconosce un uomo e gli chiede cosa stia facendo lì. Secondo la stessa fonte della Cnn, l’uomo in questione è Maher Abdulaziz Mutreb, un ex diplomatico saudita e funzionario dell’intelligence che lavora per il principe Mohammed bin Salman, conosciuto da Khashoggi mentre lavoravano insieme all’ambasciata saudita a Londra.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *