Il padre di Vanessa, uccisa in metro 11 anni fa. “Lo Stato ci ha ignorato, ho preso la tessera della Lega”
Giuseppe Russo, il padre di Vanessa Russo, uccisa a 22 anni nella metro dopo una banale lite con una ragazza romena, Doina Matei, si è iscritto alla Lega. Ha voluto schierarsi politicamente con chi dice “prima gli italiani”. La sua iscrizione al partito di Salvini è una forma di protesta per come è stato trattato il suo dramma familiare. Intervistato da Libero, Giuseppe Russo spiega qual è la condizione della sua famiglia undici anni dopo la morte della figlia, trafitta con un colpo d’ombrello all’occhio. “Me l’hanno ammazzata e nessuno ci ha chiesto scusa. Né la sua assassina né lo Stato che tutela più stranieri e i cattivi della brava gente”.
Doina Matei è stata condannata a 16 anni ma in realtà è in regime di semilibertà dal 2015. Fecero discutere alcune foto della donna al mare, libera e sorridente, mentre avrebbe dovuto essere in carcere a espiare la condanna. Quelle foto furono una “pugnalata” per la famiglia di Vanessa. Giuseppe Russo dallo Stato italiano si aspettava di più, sicuramente un trattamento diverso: “Mia moglie – racconta – dipendente Atac, dopo la tragedia che ci ha colpito ha cominciato a stare male e non ha più lavorato. Io adesso sono pensionato, per anni ho fatto manutenzione per le scuole comunali, lavoravo nel municipio. Abbiamo un’altra figlia, Francesca, ha 21 anni e un bimbo di un anno e mezzo. Per mia figlia non c’è lavoro, per gli stranieri sì”. Prima di iscriversi alla Lega, Giuseppe Russo alla politica non ci pensava proprio. Adesso sì, adesso chiede rispetto per la sua vicenda umana e vorrebbe parlare con Salvini. “Mi basterebbe incontrarlo, parlargli. Fa bene ad avere a cuore gli italiani.