Il battesimo per i trans: l’ultima trovata per solennizzare la “diversità”?
Battesimo per i trans: l’ultima moda arriva da Londra, o meglio, dalla Chiesa Anglicana inglese pronta a lanciarsi nella svolta progressista e gender. Ma, com’è facilmente prevedibile, la decisione deliberata dai vertici della comunità ecclesiastica britannica ha immediatamente scatenato la reazione risentita, sulle prime, indignata, subito dopo, degli ambienti religiosi più tradizionalisti.
Battesimo per i trans: la svolta progressista della Chiesa Anglicana
Non che la nuova apertura al sacramento per trans arrivi proprio inaspettata: come noto, infatti, la Chiesa Anglicana, negli ultimi tempi, ha combattuto diverse battaglie di genere: a partire da quella per l’apertura lle nozze gay, passando per il riconoscimento e la difesa dei sacerdoti omosessuali, fino alla condivisione e al rilancio della teoria gender: tutte realtà (e posizioni politico-sociali) fortemente osteggiate invece dagli ambienti ecclesiastici tradizionalisti. Ma, inseguendo l’innovazione e lo spirito riformista come coordinate di riferimento da seguire nel nuovo corso della rotta deontologica – con tutti gli annessi e connessi – come riferito in queste ore dal sito de il Giornale, la Conferenza dei vescovi della Chiesa d’Inghilterra ha recentemente esteso «l’affermazione della fede battesimale, una cerimonia pressoché identica al sacramento tradizionale ma esplicitamente rivolta ai trans. Nel corso della nuova liturgia, questi ultimi otterranno infatti ufficialmente dalla Chiesa d’Inghilterra una “benedizione” per la loro “nuova vita” e si vedranno quindi assegnare dal celebrante un “nuovo nome di battesimo”». Nuova vita spirituale, nuoa esistenza anagrafico-sociale. Non solo: come riportato sempre dal quotidiano milanese diretto da Sallusti, «l’officiante suggellerà la “rinascita” dei transessuali aspergendo la loro testa con “acqua e olio benedetti”, recitando alcuni “versetti del Libro dei Salmi” e sottoscrivendo un vero e proprio “nuovo certificato di battesimo”».
La nuova vita spirituale che apre la strada alla nuova esistenza civile e sociale?
E forse a poco servono le precisazioni della Chiesa Anglicana che, in una nota, specifica come «la nuova cerimonia non mira affatto a pregiudicare la solennità del sacramento tradizionale. Essa consiste in un formale rinnovo delle promesse battesimali e consentirà a coloro che stanno compiendo una transizione sessuale di ottenere dalla comunità ecclesiale, per intercessione di Nostro Signore Gesù Cristo, una benedizione solenne per il loro mutamento di identità». Un battesimo che, lungi dal rimpiazzare il rito del sacramento tradizionale, punta a celebrare la nuova vita che si apre al termine della transizione, e che il battesimo solennizzerebbe ritualmente. Dure le reazioni alla svolta progressista della chiesa Anglicana mosse e argomentate, tra gli altri, dall’ex vescovo di Rochester, Michael Nazir-Ali, che sulla questione non ha esitato a lanciare i suoi strali: «I transessuali vanno senza alcun dubbio accolti nella comunità dei fedeli, ma la cosiddetta affermazione della fede battesimale mi sembra una vera e propria deformazione del sacramento istituito direttamente da Nostro Signore. Le persone che stanno affrontando una crisi di identità sessuale vanno aiutate ricordando loro la bellezza di valori quali la sacralità della famiglia, l’amore puro e l’intangibilità dell’ordine naturale istituito dal Creatore. Non si può quindi celebrare in Chiesa il palese rifiuto dell’identità conferitaci dall’Onnipotente al momento della nascita». Ma poi, rifiuto di quanto donato alla nascita a parte, come ha sottolineato un altro esimio esponente religioso come Peter Jensen, ex arcivescovo di Sydney: come ci si pone, con il battesimo dei trans, rispetto al compito affidato alle autorità ecclesiastiche di preservare la natura sacra ed eterna della morale cristiana? Ai posteri, dissidenti e consenzienti con l’iniziativa anglicana, l’ardua sentenza…
Finché stiamo ad aspettare che le varie chiese cristiane prendano posizione perderemo solo tempo e terreno. Da decenni ormai sono l’humus più prolifico dei movimenti arcobaleno, e l’unico contributo che danno è fermare l’indignazione e la reazione decisa dei fedeli. Sono solo dei cavalli di Troia, devono scomparire e in fretta