Dori Ghezzi all’attacco di Salvini: «Giù le mani da De André, non avete nulla in comune»

28 Dic 2018 15:20 - di Leo Malaspina

Due anni fa Matteo Salvini aveva dichiarato il suo amore folle per Fabrizio De André: «Lo adoro. Era contro ogni dittatura, per le differenze. E quando posso, faccio una scappata al cimitero a trovarlo qui a Genova. Sono cresciuto a pane, Milan e De André». Oggi la sua storica compagna, Dori Ghezzi, in una intervista ad Antonello Piroso sulla Verità, prende nettamente le distanze dal leader leghista, con una dichiarazione durissima che termina, come prevedibile, con una dichiarazione di stima politica per Bersani e la sinistra. Dunque, Salvini.

Cosa pensa, Dori? «Viste le sue pubblicizzate frequentazioni di ultrà pregiudicati, direi che è una persona che crede di poter dire e fare di tutto, che con i suoi gesti vuole trasmettere un’ immagine decisionista, ripetendo come un mantra “me ne frego”. Il suo ego sarà il suo tallone d’ Achille. Posso leggerle un passo del libro?». E Piroso la accontenta: «Senta cosa raccontava Fabrizio: “Ho voluto ancora una volta riportare alla ribalta un certo campionario umano. È il mondo di tutti i diseredati, dei perseguitati, di coloro che la società calpesta condannandoli a una sorta di morte morale, privandoli anche della loro primitiva innocenza”. Faccia il confronto di questa visione con quella espressa da Salvini, e tragga lei le sue conclusioni».

Distanze irreversibili, secondo Dori Ghezzi, tra Salvini e il suo amato De André. Distanze che dividono la cantante anche dal lato grillino del governo: «Ma come si fa a invocare il popolo quando ai vertici del M5s è subentrato per diritto dinastico Casaleggio junior? La verità è che a Beppe Grillo è sfuggita di mano la sua creatura, evidenziando i limiti di un gruppo dirigente inadeguato allo scopo. Guidare un Paese non è una goliardata. Così i 5 stelle scendono nei sondaggi mentre cresce Salvini, con un messaggio di divisione e aggressività. L’ ho detto anche a Beppe Grillo: avrebbe dovuto chiudere l’ accordo con Pier Luigi Bersani, e amministrare da sinistra questo Paese. Invece ha coltivato la chimera di arrivare alla maggioranza assoluta e di governare da solo. Così facendo ha contribuito all’ avvento di Matteo Renzi, con gli effetti sul Pd che conosciamo. E a quella di Salvini, con cui ha finito con il ritrovarsi al governo».

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