Arrestata su richiesta Usa la figlia del fondatore Huawei. La Cina: «Liberatela»
Arrestata a Vancouver in Canada, su richiesta degli Usa, la direttrice finanziaria di Huawei, nonché figlia del fondatore del colosso di telefonia, Meng Wanzhou, con l’accusa di aver violato l’embargo nei confronti dell’Iran. Lo rendono noto i media americani. L’arresto della donna contribuirà ad infiammare di nuovo le tensioni sull’asse Washington-Pechino, dopo la recente tregua sui dazi. La direttrice finanziaria, nota nel mondo occidentale come “Sabrina”, rischia adesso l’estradizione negli Stati Uniti. Il ministero degli Esteri cinese ne ha chiesto l’immediato rilascio.
La nota di Huawei
«In occasione di un suo viaggio d’affari il Cfo di Huawei Meng Wanzhou è stata provvisoriamente detenuta dalle autorità canadesi a nome degli Stati Uniti d’America – che ne chiedono l’estradizione – per far fronte ad accuse non specificate del distretto orientale di New York», spiega Huawei in una nota. «All’azienda – si legge ancora – sono state fornite poche informazioni riguardo le accuse e non è a conoscenza di alcun illecito da parte della signora Meng. Siamo convinti e fiduciosi che le autorità canadesi e statunitensi raggiungeranno senza dubbio una conclusione corretta e imparziale. Huawei rispetta tutte le leggi e le regole dei Paesi in cui opera, incluse quelle in materia di controllo delle esportazioni delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e dell’Ue», conclude la nota.
La Cina chiede il rilascio
Il Ministero degli Esteri cinese chiede l’immediato rilascio di Meng Wanzhou. «Abbiamo presentato rimostranze formali a Canada e Stati Uniti, chiedendo che entrambi chiariscano immediatamente le ragioni dell’arresto e liberino subito l’arrestata per proteggere i diritti legali della persona», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, durante una conferenza stampa a Pechino. «La Cina – ha aggiunto Geng – non ha ricevuto alcuna spiegazione ufficiale, né dal Canada, che ha operato l’arresto il 1 dicembre scorso, né dagli Stati Uniti, che ne chiedono l’estradizione. Una detenzione senza dare chiare ragioni, penso che violi sicuramente i diritti umani della persona».