Treni, da Fs e Regione pesanti aumenti sulla FL3: e nessuno informa gli utenti
Non è la prima volta che ci occupiamo della linea FL3, la Viterbo-Roma, frequentata quasi esclusivamente da pendolari e studenti. Improvvisamente, la settimana scorsa, i biglietti per alcune tratte extraurbane sono aumentati sensibilmente, e senza alcun motivo, dato che il servizio offerto è come sempre pessimo: vetture sporche, bagni che non funzionano quasi mai, porte rotte, e, per quanto riguarda i servizi a terra, biglietterie che non hanno mai aperto, scale mobili che non hanno mai funzionato, ascensori per disabili che non sono mai partiti e macchine per fare i biglietti che non sempre funzionano. Quindi non si vede perché il biglietto da Manziana, che costava 3 euro, da un giorno all’altro sia passato a 3,60, e per giunta senza informarne gli utenti: non si vede poi chi avrebbe dovuto informare gli utenti, giacché le biglietterie sono quasi tutte chiuse. L’unica aperta, quella di Bracciano, ha chiuso definitivamente pochi mesi fa, mentre quella di Cesano, che è la più importante della tratta, a parte Viterbo, non ha addirittura mai aperto. Alle ferrovie non hanno saputo giustificare il perché dell’aumento su questa linea, né perché non sia stata informata preventivamente l’utenza, già esasperata perché ogni giorno non c’è praticamente treno che non abbia ritardo, grande o piccolo che sia. È ovvio che un aumento si possa fare, ma a patto che ci sia un’offerta migliore nel servizio, cosa che non ci risulta. Tornando al prezzo del biglietto, è chiaro che un euro o sessanta centesimi a tratta una tantum non incide, ma pesano parecchio sulle tasche dello studente, della commessa, del lavoratore precario che utilizza quella linea all’andata e al ritorno. Ma il mistero più grande riguarda il sito di Trenitalia: come documentiamo, il prezzo sul sito è rimasto quello di prima dell’aumento, ma quando si va a comprare il biglietto nei luoghi deputati (bar, tabaccherie, etc.) si trova l’aumento. Sarebbe interessante almeno conoscere il motivo di questa discrasia, che poi va sempre a danno del viaggiatore e mai dell’azienda. Se poi il prezzo alle macchinette fosse inferiore a quello dei tabaccai, la cosa sarebbe gravissima, ma speriamo che non sia così. L’aumento, dicono a Trenitalia, non dipende dalle ferrovie ma dalla Regione Lazio, la quale in questi giorni sta facendo propaganda sul trasporto regionale, magnificando l’operato della Pisana. Ma alla regione Lazio, assessorato Mobilità e Trasporti, nessuno sa nulla, almeno nessuno di coloro con i quali abbiamo parlato: non avendo l’assessorato né la regione un ufficio stampa, non siamo riusciti a sapere né i motivi dell’aumento, né i motivi delle informazioni sbagliate agli utenti. Insomma, le chiacchiere non servono, qui ci sono dei fatti: i biglietti su alcune tratte sono aumentati, e di parecchio, e nessuno sa perché, anzi, qualcuno non sa neppure degli aumenti. C’è stata, ci pare di capire, una specie di razionalizzazione. Ma quali sono i termini? O si tratta di un errore di aggiornamento del sito? Regione Lazio e Trenitalia sono in grado di rispondere?