Tornare a vivere a casa dai genitori è sinonimo di depressione
Riceviamo da Alessandro Bovicelli e volentieri pubblichiamo:
Caro direttore,
Dopo un periodo di indipendenza le ragioni che portano un giovane a ritornare a casa possono essere varie ma comunque tutte favoriscono, in maniera indipendente, la depressione. Ce lo dicono i ricercatori con uno studio che ha coinvolto 20 mila giovani. Probabilmente l’effetto boomerang di ritornare a casa è dovuto alle difficoltà di trovare un’autonomia economica stabile e /o di crearsi una famiglia con delle relazioni che magari finiscono creando un contraccolpo psicologico. Ma molto più forte è la sensazione di depressione che si sviluppa dopo un po’ che si è ritornati in famiglia dove bisogna sottostare a un minimo di regole a cui magari ci si era disabituati avendo conquistato l’indipendenza. Proprio l’indipendenza economica e sociale rappresentano il passaggio all’età adulta e il ritorno a casa è deprimente sia per i genitori che per i figli.
beh, è fin troppo facile intuirlo…
le cause non sono certo relative alla scelta, generalmente i giovani (o meno) che sono obbligati a tornare a casa dei genitori non ne sono certo felici ed ecco perché la depressione.
Oggi, il ondo dell’economia governato dal liberismo, che notoriamente opera una rididtribuzione della ricchezza verso l’alto cioè a favore dei ricchi creando ricchi sempre più ricchi e miliardi di poveri e nel tempo poverissimi, ha come conseguenza anche questa.
Povere generazioni di giovani e meno giovani, se non si cambia ma radicalmente ottica passando dal liberismo/selvaggismo senza Stato dove vince il più forte/ricco e si taglia fino ad eliminare il welfare, ad una politica espansiva e di ridistribuzione verso il basso con ampia manovra dello Stato verso un buono stato di benessere condiviso che salva la piena dignità di ogni individuo ed incrementa un sentimento di fiducia verso il futuro