Rifiuti a Terra dei fuochi, il piano del governo esce fuori a metà

19 Nov 2018 11:34 - di Renato Fratello

Vertice a Caserta dove il premier Giuseppe Conte firmerà, con alcuni ministri, un protocollo d’intesa per la Terra dei fuochi. «Basta ai roghi tossici, mai più terre dei fuochi», ha scritto su Facebook il premier Giuseppe Conte ricordando l’appuntamento a Caserta, «con sette ministri di questo governo, per firmare il “Piano d’azione per il contrasto dei roghi di rifiuti”». Un appuntamento che arriva dopo giorni di alta tensione tra le due anime del governo sui termovalorizzatori non accenna ancora a placarsi. L’esecutivo, ha scritto ancora Conte, «dichiara guerra a mala gestione e traffici illeciti che per troppi anni, nel silenzio dei governi precedenti, hanno devastato un territorio meraviglioso». Quindi «su impulso del nostro ministro all’Ambiente Sergio Costa e con la piena condivisione di tutti i ministri, presenteremo un programma concreto di interventi nella lotta a fenomeni come discariche abusive, interramento di rifiuti, roghi tossici e qualsiasi altra forma di violazione del territorio», scrive ancora Conte sottolineando che «il protocollo che andremo a firmare interesserà non solo la Campania, ma tutti i territori dove esistono queste problematiche. Metteremo in atto interventi per la tutela della salute della popolazione, dell’ambiente e dell’ecosistema, e per il presidio del territorio».

Rifiuti, ecco il piano

Nella parte più importante il piano contiene «l’esercito immediatamente a presidiare quei siti di lavorazione dei rifiuti che secondo quello che stabiliscono le Prefetture, in particolare di Napoli e Caserta, destano delle preoccupazioni», ha detto Costa. «Perché noi dobbiamo assolutamente evitare che prendano fuoco e che possano incidere sulla salute dei cittadini e sul territorio», ha spiegato Costa. «Seconda cosa, abbiamo bisogno di fortissime investigazioni perché abbiamo bisogno di andare oltre: 100 carabinieri esperti subito disponibili per fare investigazioni – ha annunciato il ministro – Abbiamo anche bisogno di riorganizzare il sistema: cioè sapere e indicare chi fa cosa. Il cittadino deve sapere che se accade una cosa avrà una risposta e da chi» e questi ultimi, che «rappresentano la pubblica amministrazione, devono sapere come colloquiare tra di loro». «Tutto questo è nel piano d’azione. Si danno dei tempi precisi: per esempio, subito il monitoraggio dell’aria, del terreno, delle produzioni agricole prossime ad un eventuale incendio – ha continuato Costa – Chi dice cosa a chi deve fare cosa in una catena chiara di responsabilità territoriali ma anche di salvaguardia territoriale». Perché noi «vogliamo che la Campania sia il primo laboratorio di tutela ambientale del Paese». Ma manca la parte sullo smaltimento.

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