La figlia della Boccassini indagata per omicidio stradale. E scoppia la polemica
Una tragedia, la corsa in ospedale, il coma, la morte. Poi le polemiche sulla notizia “tenuta nascosta” e sulle parole del sindacato di Polizia locale. La vittima è un medico 61enne. Era sulle strisce pedonali quando è stato travolto da uno scooter. È caduto battendo violentemente la testa a terra-Portato in codice rosso all’ospedale, operato in condizioni disperate, è morto dopo 6 giorni di coma. Per reato di omicidio stradale è indagata la figlia della Boccassini. Le è stato sequestrato il motorino e la prefettura in via amministrativa le ha già ritirato la patente per 5 anni. Si profila dunque la certezza di dover scegliere un rito alternativo (patteggiamento o rito abbreviato) per stare nella parte bassa della forchetta di pena, che per questo reato la legge fissa da 2 a 7 anni.
Sull’incidente stradale è intervenuto un comunicato del sindacato della Polizia locale Usb e del «Comitato verità e giustizia per Antonio Barbato», l’ex capo della Polizia locale avvicendato l’anno scorso dal sindaco Sala dopo che un’indagine antimafia del pm Boccassini. Il sindacato Usb e il Comitato Barbato affermano che quel giorno sul luogo dell’incidente «sarebbe intervenuto sul posto prima delle pattuglie» l’attuale comandante dei vigili Ciacci. E che questa presenza, «siccome è risaputo che Ciacci ha collaborato per anni con Ilda Boccassini» quando dirigeva la sezione di polizia giudiziaria della Procura, integrerebbe «una violazione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, che all’articolo 7 dice: “Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale”».