Lollobrigida: «Fatturazione elettronica, anche il Garante dice no»

16 Nov 2018 17:52 - di Redazione

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito l’Agenzia delle entrate che il nuovo obbligo della fatturazione elettronica, così come è stato regolato dall’Agenzia, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”. Per questo motivo ha chiesto all’Agenzia di far sapere con urgenza come intenda rendere conformi al quadro normativo italiano ed europeo i trattamenti di dati che verranno effettuati ai fini della fatturazione elettronica. E’ la prima volta che il Garante esercita il nuovo potere correttivo di avvertimento, attribuito dal Regolamento europeo, attraverso un provvedimento adottato anche a seguito di alcuni reclami.

Il nuovo obbligo di fatturazione elettronica – esteso a partire dal 1 gennaio 2019 anche ai rapporti tra fornitori e tra fornitori e consumatori – presenta, secondo il Garante, un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati, comportando un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito. Entrando nel merito del nuovo sistema di e-fatturazione il Garante ha rilevato una serie di criticità. In primo luogo, l’Agenzia, dopo aver recapitato le fatture in qualità di “postino” attraverso il sistema di interscambio (SDI) tra gli operatori economici e i contribuenti, archivierà e utilizzerà i dati anche a fini di controllo. Tuttavia non saranno archiviati solo i dati obbligatori a fini fiscali, ma la fattura vera e propria, che contiene di per se’ informazioni di dettaglio ulteriori sui beni e servizi acquistati, come le abitudini e le tipologie di consumo, legate alla fornitura di servizi energetici e di telecomunicazioni, o addirittura la descrizione delle prestazioni sanitarie o legali.

Altre criticità derivano dalla scelta dell’Agenzia delle entrate di mettere a disposizione sul proprio portale, senza una richiesta dei consumatori, tutte le fatture in formato digitale, anche per chi preferirà comunque continuare a ricevere la fattura cartacea o digitale direttamente dal fornitore, come garantito dal legislatore. Sull’argomento è intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida, che ha chiesto nuovamente al governo Conte il rinvio dell’entrata in vigore della nuova normativa: “Alle tante storture già evidenziate da Fratelli d’Italia sull’obbligo della fatturazione elettronica – ha dichiarato il deputato – si aggiunge oggi anche quella rilevata dal Garante per la privacy, secondo il quale il nuovo adempimento presenta ‘rilevanti criticità’ legate alla protezione dei dati personali. Torniamo a chiedere al governo una proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo, che avrebbe come unico effetto quello di colpire i tanti artigiani, commercianti e liberi professionisti a partita iva che ogni giorno, con coraggio, continuano ad alzarsi la mattina e a tenere aperta la propria attività nonostante siano stremati da tasse, scadenze e norme fiscali sempre più punitive e farraginose”, ha concluso Lollobrigida.

Commenti

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  • Romolo 18 Novembre 2018

    Sarebbe banale criptare solo le parti critiche di una fattura lasciando visibili all’Agenzia delle Entrate la parte meramente economica (importo, codice fiscale mittente e detinatario, data di emissione),
    ogni soggetto deposita all’agenzia delle entrate la sua chiave pubblica. L’emittente interroga l’Agenzia delle Entrate, ottiene la chiave pubblica, cripta la fattura, la invia a SDI. Il destinatario prende la fattura, la decripta con la sua chiave privata e la utilizza. Se il soggetto non ha ancora depositato la sua chiave privata invece vengono trasmessi solo i dati economici. L’utilizzo di chiavi asimmetriche è una prassi più che consolidata nel mondo informatico e SOGEI la conosce molto bene visto che la trasmissione al SDI avviene previa criptatura con la chiave pubblica di SOGEI.
    Se in Italia le cose fossero fatte con cervello si farebbero una sola volta… Ma a farle una sola volta evidentemente non ci si guadagna abbastanza…..

  • antonio 17 Novembre 2018

    Se l’obiettivo fosse quello di ridurre l’evasione fiscale il governo e l’alta burocrazia statale e fiscale, come sempre, dimostrano la loro strabicità guardando agli evasori e colpendo ed appesantendo gli onesti cioè chi le fatture le emette. Una massa di inutili personaggi, parassiti, da evacuare appena il vento diventerà più forte.

  • alberto 17 Novembre 2018

    la fatturazione elettronica semplificava la vita per un’innumerevole quantità di ragioni. Purtroppo gli Italiani non cambieranno mai….e comunque il Garante non ha detto no…ha detto che alcune informazioni in fase di raccolta delle informazioni devono essere tolte…tutto li…leggetevi il parere su garanteprivacy.it e studiate un pò di data protection cari amici del Secolo poi ne riparliamo….

  • Sandy Caineo 17 Novembre 2018

    Governo e agenzia delle entrate sono dei criminali. In questo paese non c’è nulla di onesto e di sano. Italiani si meritano di peggio perché sono dei pecoroni.

    • gianfranco bocca 17 Novembre 2018

      Un famoso giornalista ci definiva ” Popolo Bue “

  • Brigante nero 17 Novembre 2018

    Riforma urgente del fisco.Altra necessità Italiana.