Flat tax, le prime simulazioni: ecco chi ci guadagna di più fascia per fascia
Flat tax, arrivano le prime cifre. Le partite Iva con la flat tax, guadagneranno oltre il 30% in più rispetto ad un lavoratore dipendente. È quanto emerge dalle simulazioni messe a punto dal Centro studi fiscali Eutekne.info, secondo cui il taglio delle tasse sulle partite Iva, a parità di retribuzione lorda, allungherà la distanza tra lo stipendio netto di un autonomo e quello di un lavoratore dipendente. Chi sceglie di lavorare aprendo una partita Iva, infatti, secondo i calcoli di Eutekne, potrà contare a fine mese su una busta paga superiore di oltre il 30% rispetto a un dipendente. In particolare, con le novità inserite in manovra sulla cosiddetta tassa piatta – l’introduzione nel 2019 dell’aliquota al 15% per i lavoratori autonomi che dichiarano un reddito annuo fino a 65 mila euro e, a decorrere dal 2020, e di quella al 20% per le partite Iva con un giro d’affari tra 65 mila e 100 mila euro – l’inquadramento di lavoro come autonomo con partita Iva secondo Eutekne «diventerà estremamente conveniente per tutti coloro che dichiarano una retribuzione compresa tra 35mila e 80mila euro», con il 30% in più di reddito disponibile.
Altri risparmi, seppur inferiori, riguarderanno anche le fasce di reddito lorde comprese tra 15mila e 35mila e tra 80mila a 100mila. Nel caso di una retribuzione lorda annua di 20mila euro, ad esempio, un autonomo prenderebbe il 9,75% in più rispetto ad un dipendente mentre a 30mila passerebbe al 19,35%. Nel caso di 50mila, invece, il vantaggio sarebbe del 26,46% per poi salire al 30,44% con un giro d’affari annuo di 60mila euro e al 33% per un autonomo con una retribuzione lorda annua di 70mila euro. Con l’introduzione della flat tax al 15% e al 20% nei prossimi due anni il vantaggio del lavoro “autonomo” è talmente evidente che, sottolinea Eutekne, il governo ha deciso di inserire nella legge di bilancio una “clausola di salvaguardia”. Si tratta del divieto a “convertire” i lavoratori dipendenti in autonomi destinato a tutti coloro che, nei due anni precedenti l’entrata in vigore della manovra, hanno percepito redditi da lavoro dipendente.