Amatrice, vergogna Inps: rivuole indietro l’assegno per anziani e disabili
Amatrice non conosce tregua. Conciliare legge, civiltà e umanità sembra un’impresa impossibile a giudicare dal racconto del sindaco Filippo Palombini che in un’intervista al Messaggero ha denunciato una situazione che definire imbarazzante è dire poco: l’Inps rivuole i soldi dati agli anziani della cittadina martoriata. “Questa è la storia di quando la burocrazia vanifica i grandi passi della società civile in materia di assistenza e tutela delle categorie deboli, già martoriate da un sisma, ma andiamo ai fatti. A seguito del sisma che ha distrutto Amatrice molti anziani, che non avevano più un tetto sopra la testa, sono stati accolti a Borbona nella Rsa, alcuni di loro usufruivano del cosiddetto ‘accompagno’ ossia quel sostegno economico pagato dall’Inps a quelle persone disabili che hanno bisogno di assistenza”.
Cosa è accaduto? Che stanno arrivando a questi anziani, dopo due anni e mezzo, lettere dell’Inps che chiedono la restituzione dell’assegno. E per dimostrare la sua “generosità” l’Inps concede anche ‘comode’ rate mensili. “Una lettera che ho avuto modo di leggere”, racconta il sindaco di Amatrice, si riferisce ad un periodo di soli 4 mesi, ma per chi si trova nella Rsa fin dalla data del sisma la cifra da restituire si aggira intorno ai 15.000 euro. Tradotto, ciò significa che in termini di ‘assistenza’ post sisma alla popolazione il lessico disumano della burocrazia si è mosso come nel film ‘Tempi moderni’ di Chaplin, secondo la catena di montaggio che prevede l’invio massivo di comunicazioni senza che l’Uomo, che è dietro la macchina burocratica, si soffermi a valutarne la portata”.
Già, qui non ci sono in ballo migranti, ma solo persone anziane, che non hanno più casa, lontane dalla famiglia, e per le quali i parenti si sobbarcano spese e viaggi per stargli comunque vicino e dargli assistenza. “Anche io sono un rappresentante delle Istituzioni, ma di questi atti me ne vergogno, e cercherò, pur se la legge è legge, di interloquire con gli Organi centrali competenti perché facciano uno sforzo di umanità”, promette il sindaco.
Il direttore dell’Inps di Rieti, Maria Cappelleri, chiamata in causa dalla lettera del sindaco di Amatrice, ha risposto che non ne era a conoscenza e che sono state le macchine a mandare quelle lettere, in automatico, non gli uomini». Non è una consolazione. «Ho appuntamento con lei a Rieti lunedì stesso, – aggiunge il sindaco del comune reatino – mi ha espresso la volontà di risolvere”. Vedremo come e quando.
VERGOGNA GOVERNO ITALIANO…VERGOGNA