Vitalizi, il Senato approva i tagli. E il Cdm blocca i fondi per le Regioni
Taglio dei vitalizi al Senato e nelle Regioni. La doppia sforbiciata è frutto di due diversi provvedimenti, assunti rispettivamente dal Consiglio di presidenza di Palazzo Madama e dal Consiglio dei ministri. La riforma dei vitalizi per gli ex senatori, che segue il metodo contributivo disposto dalla Camera, è passata con 10 voti e un astenuto. Il taglio per le Regioni, invece, è stato disposto nella notte da Palazzo Chigi, su proposta del premier Giuseppe Conte. E nella maggioranza di governo è tutto un rincorrersi ad accaparrarsi i meriti.
«Anche il Senato dice stop a vecchi e assurdi privilegi. Abbiamo agito in tempi rapidissimi, per portare avanti una battaglia della Lega e per mantenere una promessa che le forze del governo del cambiamento hanno fatto ai cittadini. Dalle parole ai fatti, contro i privilegi di pochi, in favore di tutti gli italiani», hanno commentato in una nota congiunta i senatori della Lega Paolo Arrigoni, Roberto Calderoli, Tiziana Nisini e Paolo Tosato. Dello stesso tenore le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio che, mentre i parlamentari pentastellati festeggiavano davanti al Senato, su Facebook esultava: «Detto, fatto, promessa mantenuta. Bye bye vitalizi anche per gli ex senatori. Questo privilegio non esisterà più per nessuno. Evviva!».
Decisione collegiale, poi, quella di imporre dall’alto il taglio dei vitalizi alle Regioni, attraverso un espediente tecnico: il decreto legge approvato dal Cdm prevede, spiega una nota di Palazzo Chigi, «il blocco del trasferimento dei fondi per i vitalizi alle regioni che non ne prevedano l’abolizione». «Si riducono i costi della politica nelle Regioni a statuto ordinario, speciale e nelle Province autonome, mediante il calcolo contributivo dei vitalizi derivanti da mandato elettivo regionale», spiega ancora il comunicato, che ha suscitato una dura reazione degli ex consiglieri regionali. La decisione del governo è stata bollata come «brutale, ingiusta, non rispettosa della Costituzione e dei patti che abbiamo sottoscritto, una violazione del diritto» da Aldo Bottin, ex consigliere del Veneto e presidente del Coordinamento nazionale delle associazioni degli ex consiglieri regionali, che ha avvertito: «Senz’altro faremo una valutazione e ci faremo assistere per un’impugnativa. In ogni caso non resteremo inermi».
Ecco la dimostrazione che si possono concretizzare le promesse elettorali !!!