Trump: i palestinesi non vogliono la pace? E io chiudo gli uffici dell’Olp

11 Ott 2018 15:54 - di Guglielmo Gatti

I palestinesi non vogliono la pace? E io gli chiudo gli uffici. L’ha detto e l’ha fatto: Donald Trump ha chiuso l’ufficio dell’Olp negli Usa. L’ufficio di rappresentanza dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina a Washington infatti ha chiuso ufficialmente i battenti ieri pomeriggio, dopo che l’amministrazione Usa aveva imposto alla missione diplomatica palestinese di lasciare la sede. L’ufficio era in attività da 24 anni. E’ quanto riferisce l’agenzia di stampa palestinese Maan. Decine di palestinesi hanno organizzato un sit-in davanti all’edificio per esprimere “rifiuto e condanna” per la decisione del presidente Usa Donald Trump di chiudere definitivamente la sede, sul tetto della quale continua tuttavia a sventolare la bandiera della Palestina. In alcune dichiarazioni precedenti la chiusura dell’ufficio, il ministro degli Esteri del governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Riad al-Malki, aveva infatti annunciato che “nonostante l’ufficio non sarà più ufficialmente la sede della missione diplomatica palestinese, tutto ciò che faremo sarà rimuovere la targa dalla porta, ma la bandiera resterà dov’è”. Questo come segnale del fatto che “l’edificio è proprietà privata e non governativa”, ha aggiunto Malki, chiedendosi se “gli Stati Uniti hanno ora intenzione di fare una battaglia a Washington contro la bandiera palestinese”. Questa decisione fa parte di una crescente campagna di pressione degli Stati Uniti sui funzionari palestinesi in relazione alle prospettive di pace in Medio Oriente in stallo. Gli Usa inoltre minacciano di imporre severe sanzioni contro la Corte penale internazionale se tenterà di indagare o considerare qualsiasi accusa di crimine di guerra contro Israele sollevata dai palestinesi. Il componente della missione dell’Olp, Shahinaz Wafi, parlando con i manifestanti, ha detto che la chiusura dell’ufficio dell’Olp significa “tagliare le relazioni diplomatiche”. Da parte sua Hanna Hanania, a capo della American Ramallah Federation, ha affermato che “la presenza palestinese negli Stati Uniti continuerà nonostante la chiusura dell’ufficio dell’Olp”. Nel frattempo, il ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Malki, ha detto che la targa dell’edificio, che la identifica come l’ufficio dell’Olp, sarà rimossa, tuttavia, la bandiera palestinese rimarrà issata, in quanto è un edificio privato, a meno che il proprietario non sia costretto dal governo degli Stati Uniti a rimuoverlo”. La chiusura dell’ufficio dell’Olp segue le decisioni dell’amministrazione Trump, come riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele, trasferire l’ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme, tagliare tutti i fondi all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro ai palestinesi (Unrwa), e più recentemente annullando l’erogazione di 20 milioni di dollari in aiuti agli ospedali palestinesi nella Gerusalemme Est occupata. Ma nonostante queste decisioni, Trump è ancora impegnato a negoziare un piano di pace tra israeliani e palestinesi.

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  • Giuseppe Tolu 12 Ottobre 2018

    E fin qua, tutto bene