Milano, i giudici impongono due “mammi” a una bambina nata con l’utero in affitto

26 Ott 2018 17:05 - di Redazione

“Two mammi is better than one”: se fosse una pubblicità, la sintesi sarebbe questa. Nella realtà, invece, una bambina nata con l’utero in affitto all’estero (pratica vietata in Italia) si ritrova con una famiglia in cui due uomini gay svolgeranno le veci di una mamma che l’ha partorita e poi lasciata ad altri, per effetto della decisione dei giudici. Accade a Milano, dove il Tribunale civile di Milano ha ordinato con un decreto all’Ufficiale di Stato civile del Comune di rettificare l’atto di nascita della bambina, nata negli Stati Uniti con la fecondazione assistita e la maternità surrogata, e di indicare entrambi i padri, due uomini italiani entrambi residenti a Milano, come genitori, e non solo quello biologico. Secondo un articolo della Stampa, la decisione del Tribunale nascerebbe “dalla necessità di riconoscere alla minore due genitori dello stesso sesso, principio che non viola alcun principio fondamentale, anzi è superiore interesse della minore» garantirle i diritti alla bigenitorialità”. Dove per “bi” si intende lo stesso sesso, senza alcun problema etico e giuridico sul modo in cui la bambina sia stata messa al mondo.

Non è la prima sentenza di questo tipo, in Italia. Decisioni simili sono state prese anche di altri tribunali italiani. “A settembre – spiega il quotidiano torinese – invece il Comune di Milano si era rifiutato di scrivere nell’atto di nascita della bambina entrambi i nomi dei genitori, riportandone solo uno, quello del padre biologico. Da Palazzo Marino avevano spiegato che per trascrivere entrambi i nomi si doveva attendere la decisione della Corte di Cassazione – in arrivo a metà novembre – sul caso di altri due padri, questa volta di Trento, che si erano visti riconoscere la paternità dei figli dallo stato dell’Ontario, dove erano nati, ma una volta in Italia il procuratore di Trento, il Ministero dell’Interno e il sindaco avevano impugnato la sentenza della Corte d’Appello che riconosceva l’efficacia in Italia della sentenza canadese”. Poi la decisione, senza neanche aspettare la Cassazione…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe Tolu 27 Ottobre 2018

    Ma quando vanno a letto, i mammi voglio dire, chi è che fa la parte della donna e chi quella dell’uomo? Senz’altro a turno, una volta per ciascuno, mah!

  • lucio 27 Ottobre 2018

    Quando incominceranno ad andare all’asilo, che imbarazzo imparare che tutti i loro compagni hanno un babbo e una mamma e questo o hanno 2 babbi o 2 mamme, anche voi giudici mettetevi nei loro panni, a voi la scuola cosa vi ha insegnato solo la politica?

  • Ivan 27 Ottobre 2018

    L’interesse di un minore è di avere un padre e una madre.
    Se necessario si cambi la Costituzione.
    Nel 1947 nessuno poteva immaginare che saremmo arrivati a questa vomitevole situazione.
    I giudici che hanno stabilito che due genitori possano essere dello stesso sesso vanno cacciati per somma ignoranza e/o malafede.

  • Giuseppe Tolu 27 Ottobre 2018

    Sono questi i diritti dei bambini? Non è forse un diritto dei bambini avere un papà e una mamma? Con quale coraggio insegneranno al bambino certi valori che solo un papà e una mamma possono dare? Niente di niente, vogliono un bambino qualsiasi da portare a spasso, si, come i cagnolini, non è che a questi non si debba dimostrare dell’affetto, per carità, ma credete sia la stessa cosa?

  • Laura Prosperini 26 Ottobre 2018

    alcune sentenze appaiono troppo personali
    ciò non è affatto possibile