«Giggino a’ soreta, mi chiamo Luigi»: siparietto tra Di Maio e Lucci a “Nemo” (video)
«Giggino a’ soreta, io mi chiamo Luigi». Divertente siparietto, durante la trasmissione di Nemo su Raidue, tra Luigi di Maio ed Enrico Lucci. Il conduttore chiama il vicepremier con un confidenziale “Giggino”. Ohibò, come si permette questo villanzone? Di Maio è irritato , ma la butta in scherzo rispondendo con un ‘espressione napoletana (“a’soreta”, appunto). Il suo fastidio è però evidente. Poi, superato il momento del disdoro, Giggino (pardon, Luigi) attacca a testa bassa il presidente della Bce Mario Draghi: «Ora si deve tifare Italia, a Draghi avvelena il clima». È difficile però immaginare che il megabanchiere, dall’alto del suo ovattato ufficio all’Eurotower, si preoccupi più di tanto per questa reprimenda del vicepremier Di Maio, si chimi pure Luigi o, per gli amici, Giggino. Proponiamo questa scenetta in un video tratto dall’edizione on line del Corriere della Sera.
e poi, Di Maio, è pur sempre un ministro della Repubblica Italiana, al quale ci si deve rivolgere con il ” lei “.
che cosa ci possiamo aspettare da una persona che ha una evidente carenza affettiva, ormonale, ma soprattutto neuronica.
anch’io Claudia, come te sono della vecchia generazione ma ritengo anche che questo mettere in burla tipo “le iene” striscia la notizia e quant’altro siano dei prodotti ad hoc per scardinare quel minimo di rispetto necessario nella società sono molto ma molto più vicini all’indistinta melassa del pensiero unico…tutti uguali e chi urla di più o è più smaliziato o altro prevale
noi invece tifiamo per il “merito” e l’educazione.
Forse io sarò della vecchia generazione ma non mi verrebbe mai in mente di rivolgermi ad un ministro chiamandolo così. Forse direte che sono patetica ma per me si tratta di semplice e pura educazione.