Foibe, rientrano in Italia i martiri dell’eccidio di Castua. Ecco cosa accadde
Sono tornati in Italia, e tumulati a Udine al Sacrario di San Nicolò, i resti di sette italiani uccisi crudelmente e infoibati a guerra finita, il 3 maggio del 1945, a Castua, nei pressi di Fiume. A compiere l’eccidio i partigiani comunisti di Tito, su ordine dell’Ozna, la polizia segreta jugoslava.
“Le testimonianze dicono – scrive il Corriere – che per legarli venne usato del filo spinato con cui furono cinte le mani dietro la schiena. Li trascinarono tra le vie del paese, li presero a pugni e a calci. Ad alcuni spezzarono braccia e gambe. Qualcuno sussurra, mormorando la parola «calvario», che furono addirittura obbligati a scavarsi la fossa nella quale furono poi gettati una volta uccisi”. A Fiume si calcola che vennero uccisi 652 italiani, in gran parte gettati nelle foibe di Kostrena e Grobniko o massacrati nei campi di concentramento in Slovenia.
Tra le vittime dell’eccidio di Castua il senatore Riccardo Gigante, il vicebrigadiere dei carabinieri Alberto Diana e il giornalista Nicola Marzucco che provò a tirare su il morale degli altri gridando “Viva l’Italia! Viva l’Italia!”. Gigante era un fascista sposato con un’ebrea, e decise di rimanere a Fiume a guerra finita sostenendo «di non aver mai compiuto alcun crimine».
“Appena arrivati – racconta Fausto Biloslavo sul Giornale – gli sgherri dell’Ozna andarono a prenderlo a casa come nemico del popolo. Testimoni lo videro sfilare in una colonna di prigionieri in via Trieste, ma poi sparì nel nulla. L’Ozna lo consegnò ai reparti Knoj, il Corpo di difesa popolare della Jugoslavia, che avevano il compito di eliminare i prigionieri. Castua era un importante comando partigiano. Il senatore, assieme a carabinieri e finanzieri italiani venne portato davanti a una chiesa in costruzione. I corpi furono sepolti vicino al sentiero che porta al bosco della Loza. Per 73 anni la fossa comune è rimasta un tabù”.
I resti degli italiani infoibati sono stati ritrovati lo scorso luglio durante una campagna di scavi avviata dopo una segnalazione, risalente addirittura al 1992, giunta dalla Società di Studi Fiumani.
ancora oggi i fascisti rossi, gli unici rimasti dal dopoguerra, cantano canti pro foibe, come fatto a macerata, vanno tenuti sotto controllo costante, hanno milioni di morti sulla coscenza, quelli neri nei loro confronti sono bimbi in fasce.tralaltro con 4 governi illegittimi voluti da napolitano su ordine ueu si sono venduti al capitale e alla massoneria sovranazuionale, distruggendo l’ italia , politica di invasione di clandestini mussulmani delinquenti, kalergi, di cui lo stato nasconde o minimizza i reati,
Ognuno ha i propri Morti. NON DIMENTICARE!
Mi aspettavo uno scatto di umanità da parte dell’inquilino del colle ma figuriamoci. Questi poveretti non erano delinquenti ma semplici cittadini e servitori dello stato. Come sarebbe stato bello leggere se non della presenza almeno di un messaggio, invece il nulla. Ipocrisia di regime. Un pensiero in omaggio a queste vittime, martiri dell’odio di una parte. L’ennesima disistima nei confronti del potere.
Quanta crudeltà ,quanto dolore fisico e morale.Il dopoguerra per certi aspetti è stato ancora più mostruoso e disumano della guerra stessa.In terra jugoslava poi negli anni novanta tutti questi orrori si sono ripresentati e si sono verificati per quasi un decennio.La Seconda Guerra mondiale evidentemente non ha insegnato abbastanza,i milioni di morti non sono serviti a nulla.Mi auguro che il sacrificio di migliaia di innocenti non ci lasci indifferenti e che rimanga impresso nei nostri cuori e soprattutto nelle nostre menti.Anche noi Italiani abbiamo il nostro giorno della memoria e abbiamo il dovere di ricordarlo come si deve,tutti uniti e mano nella mano come i carissimi fratelli maggiori nella fede, gli Ebrei che tanto hanno sofferto per causa di regimi diabolici e inumani ( Comunismo e Nazismo).Finché non si arriverà a una vera e sincera pacificazione e al riconoscimento reciproco dei propri errori e orrori il sacrificio dei nostri fratelli Italiani non porterà quei frutti di pace che tutti auspichiamo da tanti anni,troppi.
Onore ai caduti!!!
Solo che nel vostro articolo dimenticate di scrivere che le persone venivano prelevate in base alle delazione di cosiddetti comunisti del posto per vendette personali italiani che condanavano a morte altri italiani comunisti che ora hanno il coraggio di egersi a difensori delle libertà ideologiche
Essere partigiano, non ha importanza di che paese, vuol dire essere un criminale. La parola criminale all’epoca voleva dire essere partigiano. Essere partigiano oggi vuol dire essere un cretino. Il partigiano di oggi e’ un combattente di fantasmi. Il partigiano di ieri sparava e ammazzava senza ragione , quello di oggi spara cazz…e, senza ragione. Quindi dove sta’ la differenza ?? La differenza sta’ in 74 anni di incallita ignoranza di uno sparuto gruppo che continua a lottare contro i fantasmi e vengono anche pagati. Povera Italia in che mani siamo caduti.