Salvini a San Lorenzo tra applausi e contestazioni: avevo portato una rosa…
Tra applausi e contestazioni, il ministro Salvini arriva nel quartiere multietnico di San Lorenzo (uno dei più degradati e abbandonati dalle istituzioni della capitale), dove è stata drogata, stuprata e lasciata morire la 16enne Desirée Mariottini: ma proprio quando il vicepremier legista è pronto a entrare in quello che, solo poche ore fa, ha definito un «buco nero», covo di clandestini e violenti occupato nel silenzio più assordante della proprietà – stabile che, pare – fa sapere Salvini – «nota di colore che non cambia nulla, sia di proprietà di una Srl di cui era, o è, amministratore unico Valerio Veltroni, fratello dell’ex sindaco» – il ministro per motivi di sicurezza ha dovuto rinunciare alla visita nel palazzo in cui è stato trovato il corpo ormai privo di vita della povera ragazza. «Avevo una rosa rossa in macchina che avrei voluto portare se questi imbecilli fossero stati altrove», ha commentato amareggiato il ministro leghista in via dei Lucani a Roma, dove avrebbe voluto visitare lo stabile occupato dove è stato trovato il corpo di Desirée, ma dove – per motivi di sicurezza – non è potuto neppure entrare…
Salvini a San Lorenzo, tra chi lo acclama e chi lo contesta
Ad accogliere Salvini a San Lorenzo – una terra di nessuno dove l’integrazione è fallita e il degrado la fa da padrone – si diceva, una folla di persone riversatesi in strada, chi per urlare la propria vicinanza e solidarietà all’operato del ministro degli Interni, chi per contestare, oltre all’ospite illustre, anche il plauso tributato dalla folla di cittadini. E così, in quella che è una delle piazze romane più discusse e temute, si vede e si sente di tutto: dai cori di consenso agli striscioni di contestazione delle donne del movimento “Non una di meno”; da chi denuncia l’impossibilità di un processo d’integrazione mai riuscito a chi accusa: «Salvini, San Lorenzo non è la tua passerella elettorale». Poi, inopinatamente, tra la folla sventola anche una bandiera Tricolore dell’Anpi… Di tutto un po’, come è prassi, ormai, nel quartiere del melting pot per eccellenza, in cui – contesta una delle residenti romane in un video postato poco sul sito de la Repubblica – «le donne musulmane girano con i veli, mentre se noi indossiamo un cappellino ci fermano col sospetto di andare a fare una rapina».
San Lorenzo, terra di nessuno dove l’integrazione è fallita
Una zona rossa in cui l’allarme spaccio e occupazione è sempre attivo e in cui, non a caso, tra la folla in attesa del vicepremier del Carroccio in veste di titolare del Viminale, oggi in prima fila svettavano anche parecchi giovani dei centri sociali al grido di «sciacallo sciacallo» e «fuori Salvini dai quartieri». Ma accanto a loro, su un altro fronte come dall’altro capo della piazza, erano molti anche i sostenitori del ministro che lo hanno acclamato al suo arrivo al grido di «Siamo con te». E il ministro di passaggio in quel luogo simbolo di convivenze al limite dell’impossibile, si è dimostrato disponibile con tutti e pronto ad accogliere – e a rispondere su – segnalazioni e rimostranze da ambo le parti.
Centri sociali schifosi,sono a favore di immigrati delinquenti ,drogati e stupratori…sono la vera feccia della società.Salvini spero che rada al suolo quei posti occupati da abusivi spacciatori.
100% d’accordo
dove sono nato ,una cosa simile si sarebbero trovati appesi in piazza senza cappuccio per dare esempio e se commettevi un sospetto di reato non una certezza di reato sarebbero stati guai seri ma seri non come qua seri……da paura
Possibile che nessuno sapesse cosa avveniva in quella struttura abbandonata?
il sindaco…..il prefetto…il questore…il comando carabinieri…la polizia….dove erano?
il sindaco era impegnato a far rimuovere i manifesti di Pro Vita e non ha tempo per queste quisquilie
tolleranza zero, lavori forzati in condizioni difficili con adeguata sorveglianza armata per i delinquenti. gli stranieri a casa loro.
Quando ci si deciderà a chiudere questi letamai il paese farà un passo avanti.
Piccola nota a margine, mentre a Roma si permette ai centri sociali di spadroneggiare e prendere la parte dei delinquenti, senza apparenti conseguenze, in quel di Brescia azione penale contro un gruppo di ragazzotti che pretendevano di monitorare le strade di quella città. Forse perché erano di altro colorazione politica?
Pugno di ferro in guanto d’acciaio …
Centro sociali? Quattro poveri giovani disperati, senza spina dorsale, annichiliti da alcol e droghe, urlanti slogan senza senso. Vittime più o meno inconsapevoli di decenni di politica dissennata ed incapace di dare slancio alla formazione di uomini. Immagine deteriore dello sfascio morale e del continuo ed instancabile lavoro di distruzione dei nostri valori millenari ad opera di mentecatti finti sinistroidi.
Tolleranza zero verso chi delinque….non serve niente altro…è ancora così difficile capirlo e applicarlo?