Trans denuncia: «Discriminata sull’affitto». E viene risarcita con 10mila euro
Sostiene che le sia stata negata una stanza in affitto a Trento “perché transgender” ma adesso Andrea M. ha ottenuto un risarcimento di 10mila euro per discriminazione e gli atti della causa sono stati inviati alla Procura per falsa testimonianza di due testimoni. Il racconto arriva da Trento, per voce del legale della trans. «A metà agosto 2016 aveva pagato la caparra e firmato un preliminare – spiega l’avvocato Alexander Schuster che ha difeso la transessuale – Le era stata garantita una stanza dal 1° ottobre in una nuovissima residenza di Trento. A poche ore dalla consegna già concordata dei locali il responsabile della Toxon s.p.a., nota società immobiliare attiva dentro e fuori il Trentino, si avvede però che Andrea appare sulla carta di identità con sembianze femminili. Che ciò non sia indifferente viene di fatto confidato all’agente immobiliare. La società – continua il legale – a quel punto nega all’improvviso la stanza, affermando che è necessario essere iscritti all’università, cosa che Andrea, all’epoca titolare di una start-up in ambito informatico, aveva sin dall’inizio chiaramente escluso. Andrea, che nel frattempo si è trasferita all’estero, contesta il rifiuto di consegnarle la stanza e chiede siano rispettati gli accordi. Ma il no è categorico e, anzi, è ella stessa ad essere minacciata di un’azione legale se non desiste dalle accuse».
Da qui la decisione di affidarsi a un avvocato e intentare la causa civile. «Noi persone transgender siamo notoriamente discriminate sul lavoro – afferma Martinelli – e quando dobbiamo cercare un’abitazione, soprattutto in Paesi come l’Italia. Il pregiudizio è forte, ma è intollerabile che anche le società commerciali lo facciano proprio. Spero che questa condanna sia un segnale e possa incoraggiare altre persone in situazioni simili a fare sentire la loro voce».