Spiragli in Libia, a Tripoli tiene il cessate il fuoco “mediato” dall’Onu

5 Set 2018 12:54 - di Elsa Corsini

Regge per momento il cessate il fuoco a Tripoli all’indomani dell’accordo mediato dall’inviato Onu, Ghassan Salamé, per mettere fine ai violenti scontri tra le fazioni armate nella capitale della Libia. Il corrispondente di Libya al-Ahrar a Tripoli ha riferito di una situazione di calma relativa nei quartieri sud della capitale teatro da fine agosto di combattimenti che hanno provocato almeno 60 morti tra cui donne e bambini e oltre 160 feriti. Una tregua – che ora bisognerà capire quanto solida – raggiunta al tavolo convocato dall’Onu intorno al quale si sono seduti tutti i gruppi armati coinvolti nel conflitto.

Libia, scontri sospesi a Tripoli

L’Alto Consiglio di Stato libico, intanto, ha approvato ufficialmente l’accordo raggiunto nella città di al-Zawiyah «grazie agli sforzi della missione Onu». In un comunicato «saluta con favore l’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra le fazioni armate a Tripoli e ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a convocare questo incontro e fa appello a tutte le parti coinvolte a rispettare l’esito di tale incontro», sottolineando che la sola strada per superare ogni divergenza è «lo spargimento di sangue e ricorrere al dialogo tra tutte le parti dell’unico popolo».

L’Italia: lavoriamo per la pace e la stabilità

Anche l’Italia fa la sua parte. «Ribadisco, a nome del governo, l’invito dell’Italia a un cessate il fuoco e il pieno sostegno all’avvio di un processo di pace che deve essere, innanzitutto, intralibico. Solo i libici possono decidere il loro futuro e l’Italia resta al fianco di chi sceglie la pace, la democrazia e la stabilità», scrive in un post il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, «tre strade che porteranno maggiore sicurezza anche nel Mediterraneo, la fine del traffico di esseri umani e un conseguente stop dei flussi incontrollati di migranti verso le nostre coste». Dopo giorni di combattimenti a Tripoli – prosegue – è stato concluso, con successo, un intervento chirurgico presso il nostro ospedale da campo a Misurata.  Un ferito aveva bisogno di cure e il personale italiano specializzato, civile e militare, gli ha prestato soccorso. È un lavoro che i nostri uomini e le nostre donne portano avanti da tempo in Libia, e che in queste ore, come potete immaginare, si sta intensificando. Un lavoro che deve renderci orgogliosi come Paese. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha ribadito ancora una volta il suo sostegno all’esecutivo del premier Faez Al Serraj. In un vertice convocato ad hoc dal premier Giuseppe Conte con il vicepremier Matteo Salvini, Moavero Milanesi ed Elisabetta Trenta si è discusso soprattutto del dossier immigrazione, strettamente legato alla situazione libica: cresce il timore di un possibile incremento delle partenze dei barconi dei trafficanti.

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