Ponte Morandi, Autostrade: «obbligo e diritto di ricostruirlo, ci tuteleremo»

13 Set 2018 14:31 - di Paolo Lami
Ponte Morandi

Monito di Autostrade al governo e, in particolare, al ministero dei Trasporti, nelle more dell’approvazione del decreto Genova che deve approdare in Consiglio dei ministri per la gestione dell’emergenza dopo il crollo del Ponte Morandi. In un’intervista al Messaggero, il presidente di Autostrade per l’Italia e Atlantia, Fabio Cerchiai, avverte: «abbiamo l’obbligo e il diritto di ricostruire il Ponte. Se la Convenzione non venisse rispettata dal governo non resteremo inerti e ci tuteleremo nell’interesse dei 31mila dipendenti e dei 55mila azionisti».

E’ un cambio di passo notevole nella vicenda del Ponte Morandi quello di Autostrade che, fino ad oggi, ha tenuto un profilo bassissimo limitandosi a contestare le conclusioni affrettate di chi vorrebbe togliergli la Concessione e di chi ritiene di avere già in mano la verità sulle cause e sulle responsabilità del crollo del viadotto.

Cerchiai, intanto, sottolinea che nessuno di quelli che era chiamato ad occuparsi del Ponte Morandi ha mai lanciato allerte sull’urgenza dei lavori: «del ponte di sono occupati in tanti: le strutture tecniche di Autostrade, i progettisti di Spea (la società di ingegneria che lavora in house per il Gruppo, ndr), una serie di consulenti esterni di livello internazionali, le strutture del ministro, da nessuno di loro è stata mai evidenziata una situazione di urgenza».

Detto questo, il presidente di Autostrade e Atlantia si dice felice di «sedere intorno a un tavolo con il governo» ma avverte anche che se il governo non dovesse rispettare quanto previsto dalla Convenzione «non potremmo restare inerti, dovremmo tutelarci» ricordando «che noi agiamo nell’interesse di circa 31mila lavoratori e 55mila azionisti, piccoli e grandi, italiani e stranieri»: «cambiare per decreto regole sulle quali i grandi investitori internazionali fanno affidamento per i loro investimenti, aprirebbe un capitolo pericoloso sul piano della credibilità del paese. Chiunque può comprendere che non è solo un problema che riguarda Autostrade».

Quanto alla ricostruzione del nuovo Ponte Morandi, Cerchiai assicura: «siamo aperti ad ogni contributo che possa aiutare a ricostruire il ponte prime e meglio. Fincantieri è benvenuta» ma, al contempo, richiama obblighi e diritti dell’azienda dei Benetton rispetto alla Convenzione che è tuttora vigente e secondo la quale «Autostrade ha l’obbligo e il diritto di provvedere nel tempo più breve possibile alla ricostruzione del ponte. Così come il ministro dei Trasporti – aggiunge lanciando un siluro contro il grillino Toninelli – ha l’obbligo di documentare eventuali violazioni del concessionario, cosa che fino ad oggi non ha fatto».

Nella notte, intanto, una telefonata di chiarimento fra il presidente azzurro della Regione Liguria e commissario delegato all’emergenza di ponte Morandi Giovanni Toti e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riportato il sereno nei rapporti fra le due istituzioni dopo gli scontri verbali dei giorni scorsi sul Ponte Morandi e, soprattutto, sui tempi e i modi della ricostruzione oltreché sulla figura del Commissario all’emergenza.

Al centro dei contatti, che proseguiranno fino all’ultimo, proprio la limatura degli ultimi dettagli del Decreto Genova, che potrebbe arrivare già oggi in Consiglio dei ministri con l’indicazione dei provvedimenti più urgenti sull’emergenza ponte Morandi.
Toti ieri sera aveva definito «inimmaginabile» il fatto che le misure potessero arrivare in tempi così stretti senza un preventivo confronto sul contenuto con le istituzioni locali.«Il premier ha spiegato al governatore i principali contenuti del provvedimento che vorrebbe portare nel pomeriggio in Consiglio dei Ministri. Toti ha fatto alcune osservazioni che sono state ascoltate dal presidente Conte» in merito ad un provvedimento che «nessuno ha intenzione di ritardare per il bene della città».

E sui ritardi è intervenuto anche il Cardinale di Genova, Bagnasco ammonendo che «qualunque ritardo o freno per motivi di competizione politica o economica, al di là delle difficoltà oggettive, sarebbe gravissimo e imperdonabile» aggiungendo che «l’essenziale è fare bene e presto, prestissimo» poiché «il ponte non è solo un pezzo di autostrada ma un’arteria fondamentale, senza la quale la città resta divisa». Ma, soprattutto, Bagnasco insiste sul fatto che la cosa più urgente da fare riguarda gli sfollati: «queste persone desiderano rimanere nel loro rione e bisogna tenerne conto il più possibile, cercare al più presto soluzioni vicine e ricostruire il quartiere».

 

Commenti

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  • giulio 14 Settembre 2018

    La piccola deviazione che è stato possibile realizzare in pochi giorni è già in funzione. La “deviazione” vera si chiama “gronda”, e non si realizza in due giorni. Se ne iniziò a parlare 40 anni fa, quando emersero le “criticità” del ponte. Fu bloccata prima dalle sinistre, che da sempre, fino ad un anno fa, sono state al governo di Genova e dintorni, poi dal TAR, quando c’erano pure i soldi già stanziati, infine dai grillini: ci ricordiamo che definirono “favoletta” la possibilità che il Ponte crollasse o fosse chiuso? addirittura Grillo evocò l’esercito contro la gronda!
    Ora i grillini invece di chiedere scusa e pagare i danni pretendono di definire chi lo ricostruirà, ovviamente affidandolo a chi non ha consolidata competenza al riguardo: sono stati eletti grazie alla loro incompetenza, viva l’incompetenza! Fincantieri è leader mondiale nella costruzione di navi, un bel ponte di ferro in
    Argentina l’hanno costruito, un secolo fa; dopo solo navi, e solo nel 2017 fu costituita Fincantieri Infrastructure, che mi risulta abbia in ordine 4 piccoli ponti da 100 metri, mentre questo è più di un km. Ciò non toglie che Fincantieri possa crearsi una competenza, possa acquistare (con soldi pubblici) una delle grandi imprese private italiane che costruiscono infrastrutture in tutto il mondo, magari possa rilevare la struttura operativa di Autostrade… però se Autostrade promette di farlo con i propri soldi in 8 mesi, io la prenderei al volo, invece di costruirlo chissà quando con soldi pubblici, sperando che chissà quando un Tribunale anzi la Cassazione condanni Autostrade a rimborsarlo. E sperando che stia in piedi meglio del precedente. Piano prevede 1.000 anni, ma la legge ne prevede solo 100 (D.M. 14 gennaio 2008, Governo Prodi)

  • Ivan Italico 13 Settembre 2018

    Giusto per fare capire quanto sono incompetenti questi “politici” di Forza Italia e del PD e purtroppo anche i 5 Stelle armati, questi ultimi, di tante buone intenzioni ma senza senno.
    Non hanno previsto cosa fare nel caso di crollo del ponte, non solo di questo.
    Si svegliano la mattina dopo e come anatre cominciano a starnazzare “allo scandalo”.
    Non sono soltanto idioti, sono scellerati colpevoli di strage.
    E adesso cosa fanno?
    Cosa farebbe un idiota qualunque?
    Butta giù per ricostruire.
    I-DIO-TI all’ennesima potenza.
    In questo mese avrebbero potuto iniziare i lavori di una variante e invece non vedono oltre il loro naso.
    Invece ancora li, ignoranti come capre a parlare per dire idiozie che gli hanno suggerito i loro lecchini.
    Sveglia, idioti del Comune e della Regione!
    In Italia abbiano le risorse ma come al solito siete troppo miopi e codardi per capirlo.
    E non mi interessa che siate di destra o di sinistra.
    Le persone vanno giudicate per la loro capacità e voi purtroppo non sapete neanche che cosa sia.
    Avete passato la vita a fare disastri o a non fare niente.