Denunciò le violenze dell’Isis, chiesta la perizia psichiatrica per Marine Le Pen
Prima l’indagine, poi la revoca dell’immunità parlamentare e ora l’intimazione a sottoporsi a una visita psichiatrica. La giustizia francese sta presentando un conto salatissimo a Marine Le Pen, “rea” di aver denunciato su Twitter le violenze dell’Isis. Il caso risale a tre anni fa, quando la leader di Rassemblement national (il nuovo nome del Front National), in risposta a un giornalista che aveva paragonato il FN all’Isis, postò alcuni tweet con le foto delle decapitazioni compiute dai terroristi islamici, commentando: «Questo è Daesh!». Un magistrato di Nanterre la incriminò per «diffusione di immagini violente», nell’ambito di quella inchiesta per cui oggi le viene chiesto di sottoporsi anche alla perizia psichiatrica. ‘«Una procura ordina una perizia psichiatrica per Marine Le Pen. Non ho parole! Solidarietà a lei e ai francesi che amano la libertà!», ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
A dare la notizia dell’inchiesta fu la stessa magistratura. A diffondere quella della richiesta di accertamenti sul suo stato di salute mentale è stata, invece, la stessa Le Pen. «Dai magistrati bisogna aspettarsi di tutto, credevo di aver visto tutto, e invece no», ha scritto su Twitter. «Per aver denunciato gli orrori di Daesh attraverso dei tweet la giustizia mi sottopone ad una perizia psichiatrica. Fino a dove vogliono arrivare?», ha quindi chiesto la leader della destra francese, chiarendo che «non ci andrò, beninteso, aspetto di vedere come i magistrati mi costringeranno».
Il reato per cui la Le Pen è stata indagata è punibile con 3 anni di reclusione e 75mila euro di multa. Il caso lo scorso anno è arrivato anche al Parlamento europeo, dove l’Assemblea votò per la revoca della sua immunità di eurodeputata, di fatto avallando la trovata della magistratura francese. «Meglio essere un jihadista di ritorno dalla Siria che una deputata che denuncia le abiezioni dello Stato islamico: ci sono meno rischi giudiziari», commentò in quella occasione la Le Pen.
E non solo sovietici. Cerca di parlare con un cubano con voglia e coraggio di farlo in Italia (0,1%, e vedrai che la mitica Cuba di Castro è ancora una monstruosità delcomunismo tropicale. Filiale svietica dell’atra parte dell’Oceano.Si tratta del marxismo culturale che ha penetrao pure gli Stati UNiti e qual’è la differenza tra il marxismo sovietioc e cubano (violento) e l’altro marxismo dei regimi democratici. La differenza rimane nel metodo, ma lamentalità e il metodo sono ugali. i socialisti spagnoli, francesi, pd e quella schiffesa chiamata Lieberi e Uguali non hanno nessuna differenza con i leders sovietici e cubani. In poche parole. uno si chiama marxismo violento ( quella basato sulla lotta di classe), l’altro sottile chiamato marxismo culturale, gramscianismo o Scuola di Francoforte che è quasi egemonico, invade istituzioni. scuole,a accademia, magstratura, quindi la mentalità divehta quella
L’appoggio piu’ grande e sincero per Marina Le Pen.
LA FRANCIA MI SBALORDISCE OGNI GIORNO DI PIU’, PER LA SUA LEADER-SCHEP,.(PERVERSA)..PER LA SUA MAGISTRATURA.(CORROTTA).,MANOVRATA DAL “POTERE DOMINANTE”..E COMPATISCO QUELLA “POVERA LE PEN”,..CHE DEVE SOTTOSTARE,(COSTANTEMENTE).. AI LORO TRABOCCHETTI,..!
Allora i giudici dementi e para~sinistrati ci sono dappertutto. Ah bene mal comune mezzo gaudio! Ma ke scuole fanno e cosa studiano ? Per me vanno solo a simpatie. Ma ke scemi!
Cavolo in quanto a ipocriti e sabotatori a libro paga dei potenti se la battono bene anche loro vedo ! sono quasi all’altezza della nostra pseudo-sinistra.
fermiamo la giustizia politicizzata ovunque e di qualsiasi colore
i due poteri
politico e giustizia devono essere ben divisi
non credo ci siano alternative ad una immunità non revocabile.
Che vergogna! Sono gli stessi metodi dei comunisti sovietici ai tempi dell’URSS: bollare come “malato di mente” ogni dissidente, e internarlo in manicomio, o mandarlo in qualche gulag. Massima solidarietà a Marine Le Pen, e speriamo che i francesi si ribellino a questo ennesimo abominio contro chi denuncia l’invasione pianificata degli islamici.