Campagna elettorale di sangue in Brasile: accoltellato il candidato della destra (video)

7 Set 2018 10:54 - di Luciana Delli Colli

Il candidato della destra alle presidenziali in Brasile, Jair Bolsonaro, è stato accoltellato durante un comizio elettorale. Bolsonaro, che è in testa in vista del voto del 7 ottobre, si trova ora in condizioni definite dai medici «delicate e gravi», ma «stabili». Non è dunque più in pericolo di vita, sebbene l’attentato sia stato, secondo quanto riferito dai sanitari, «potenzialmente mortale». Per l’aggressione è stato fermato il quarantenne Adelio Obispo de Olivera, messo in salvo dalla polizia da un tentativo di linciaggio da parte della folla presente.

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Bolsonaro è stato accoltellato mentre svolgeva un comizio a Juiz de Fora, nello Stato sudorientale del Brasile di Minas Gerais. Soccorso immediatamente, è stato operato d’urgenza all’intestino per una ferita «profonda». Dopo l’intervento, durato due ore, è stato trasferito in terapia intensiva e dovrà rimanere in ospedale per almeno 7-10 giorni. Inizialmente il figlio Flavio aveva parlato di una ferita «solo superficiale», ma immediatamente dopo la situazione è apparsa in tutta la sua gravità. «Purtroppo era più grave di quanto ci si aspettasse. Ha perso tanto sangue, è arrivato in ospedale quasi morto. Le sue condizioni ora sembrano essersi stabilizzate. Pregate per favore!», ha poi precisato su Twitter il figlio del candidato.

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L’attentato, le cui motivazioni secondo le autorità restano da chiarire, scuote una campagna elettorale già complessa e segnata dalla sospensione della candidatura dell’ex presidente Lula da Silva. In carcere per corruzione, Lula è stato dichiarato incandidabile dal Tribunale supremo elettorale, ma ha fatto ricorso davanti alla Corte suprema. A Bolsonaro, 63 anni, ampiamente favorito nei sondaggi e in costante crescita, è arrivata la solidarietà del presidente in carica, Michel Temer, dell’ex presidente Dilma Rousseff e di Fernando Haddad, il candidato che dovrebbe sostituire Lula nel caso in cui ne fosse confermata l’incandidabilità.

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