Aosta, “risorsa” nigeriana schiavizzava la moglie e la violentava in casa

13 Set 2018 13:37 - di Redazione

Nella civilissima Aosta, una storia di drammatica attualità, la faccia più oscura dell’immigrazione. Botte, pugni, minacce di denunciarla all’autorità perché “clandestina”, proprio lui, il nigeriano che dal centro per migranti era andato via per dedicarsi ad altre attività meno umanitarie. La “risorsa” che aveva ridotto praticamente in schiavitù la sua consorte è stata condannata ieri a a 10 anni dal tribunale di Aosta. L’uomo, 31 anni, era accusato di violenza sessuale e maltrattamenti ai danni della moglie, all’epoca diciannovenne, alla quale è anche andato un risarcimento di 10 mila euro. La donna era stata costretta a sposare l’uomo per poter venire in Italia, ma ben presto aveva manifestato l’intenzione di ritornare in Africa. Impossibile, a causa del marito, che tutti i giorni, a casa, la malmenava e la costringeva ad avere rapporto sessuali contro la sua volontà. I fatti risalgono al settembre e all’ottobre del 2016, in due appartamenti di Nus e Verres, ad Aosta. Secondo i poliziotti, la ragazza aveva paura di denunciare quanto subito, fino a quando, grazie a un programma di assistenza sociale, si era fatta coraggio e avava raccontato il suo stato di prostrazione e di umiliazione.

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