«Abbassa lo sguardo quando parli con me, dei una donna»: la frase choc non è stata pronunciata in un paese arabo, ma all’ospedale di Saronno. Un’aggressione verbale e concettuale irricevibile. Qualcuno lo dica alla sinistra, ai fautori dell’integrazione “tout-court”, che anche il semplice conciliare concetti basilari è troppo spesso impossibile. L’infermiera probabilmente non credeva alle sue orecchie. Questi i fatti: un uomo e sua sorella hanno accompagnato la madre al pronto soccorso. E’ una famiglia mussulmana, madre e figlia, indossano il velo integrale. L’infermiera ha somministrato  alla signora un antidolorifico e la inserisce in codice verde, quelli per casi meno gravi. Dopodiché va a riferire all’uomo le condizioni della madre e ciò che era stato fatto per curarla. Per tutta risposta l’uomo ha iniziato comportarsi fuori dalle righe: prima ha polemizzato perché sua madre era stata inserita solo in codice verde. Poi, visibilmente contrariato, ha contestato il fatto di trovarsi a parlare “solo” con una donna e non con un medico uomo. Ma la follia della contestazione sconfina nell’umiliazione: «Abbassa lo sguardo quando parli cone me, sei una donna».

Che un episodio del genere possa accadere in un ospedale italiano è intollerabile. La situazione poteva anche degenerare se non fosse intervenuto un vigile urbano che si trovava all’ospedale per assistere un paziente. L’ episodio è stato confermato anche dai rappresentati sindacali degli infermieri. Le polemiche politiche non si sono fatte attendere. Tutto il centrodestra interviene: ecco  l’integrazione di cui blatera la sinistra boldrianiana.