Salvini indagato, l’iter dell’inchiesta: come funziona il tribunale dei ministri
L’iter giudiziario che coinvolge il ministro dell’Interno Matteo Salvini prevede alcune tappe fissate dalla Costituzione. Il presunto reato commesso da Salvini sarebbe stato posto in essere nell’esercizio delle sue funzioni di ministro: gli atti saranno quindi trasmessi dal pm Luigi Patronaggio al tribunale dei ministri. Il ministro sotto inchiesta potrà chiedere di essere interrogato o inviare memorie.
Il collegio (composto da sei membri, tre effettivi e tre supplenti) ha tre mesi di tempo per decidere in base alle indagini preliminari effettuate. Il tribunale dei ministri può disporre l’archiviazione con decreto non impugnabile; oppure trasmettere gli atti con relazione motivata al procuratore della Repubblica, affinché li rimetta immediatamente al Presidente del Senato (di cui è membro Salvini), che a sua volta li invierà alla Giunta per le autorizzazioni a procedere. Tale giunta al Senato è presieduta da Maurizio Gasparri.
A sua volta la giunta dovrà entro due mesi decidere se negare l’autorizzazione, ritenendo che il ministro indagato abbia agito per la salvaguardia del pubblico interesse, oppure concederla. Va ricordato che Matteo Salvini, essendo senatore, non può essere interrogato o intercettato senza l’autorizzazione della Camera di appartenenza.