Ora l’Italia giallo-verde in Europa conta più di Germania e Francia

3 Ago 2018 15:04 - di Carlo Ciccioli

Riceviamo da Carlo Ciccioli e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore,

quasi un paradosso: l’Italia del centrosinistra, amica degli Stati Uniti di Obama, della Merkel, di Hollande e blindata nella Comunità Europea, non contava niente, anzi subiva ogni tipo di vessazione, dall’obbligo dei fallimenti bancari, a causa del sostegno proibito degli aiuti da parte dello Stato concesso invece alle banche tedesche, a quello di accollarsi lo sbarco clandestino di centinaia di migliaia di profughi o migranti economici, fino ai vincoli più stringenti possibili ai bilanci del nostro Stato. L’Italia del Governo anomalo 5 Stelle-Lega, spesso sprovveduto e maldestro, è un’Italia che, suo malgrado, sta conquistando il primo piano sugli scenari internazionali. Forse sarà anche questione di circostanze, che forse in questo caso sta per fattore “K”, ma l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e il successivo riequilibrio a sud dell’Europa, nonché lo spostamento del baricentro del mondo nel Mediterraneo, nell’area del Nord-Africa e del Medio Oriente sta conquistando un ruolo centrale. Anche perché gli Stati Uniti, perso il rapporto privilegiato nella Ue con l’Inghilterra, ne hanno assolutamente bisogno di un’altro con una nazione che non sia in competizione con loro su altri aspetti. Scarsa simpatia hanno per la Germania della Merkel e per la presunzione francese di Macron. Al contrario l’Amministrazione Trump ha simpatia per l’anomalia italiana che in molti aspetti declina in Europa l’aria di cambiamento della nuova Amministrazione americana. Delega all’Italia, in un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti per le politiche Occidentali nel Mediterraneo; del resto la Germania e la stessa Francia sono Paesi atlantici e tutto il tema dell’Alleanza Atlantica, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, è venuto meno; mentre è centrale il rapporto tra il nord ed il sud del mondo. Del resto oggi le cosiddette super potenze, sia per peso finanziario ed industriale, che per popolazione ed influenza economica, sono sostanzialmente due: gli Stati Uniti e la Cina. Appunto, il venir meno del ruolo di competitor della Russia comporta una nuova geo-politica con la stessa Russia, ora importante potenza regionale di stabilizzazione, come è accaduto in Siria; tutto sommato nel post Obama anche con il consenso americano, che ha posto fine alla tragica avventura dell’Isis, tollerata in una prima fase dagli americani e dai sauditi. Anche la Russia ha grande attenzione per questa nuova fase dell’Italia. Perché l’Italia per radici culturali ha avuto sempre grandi rapporti con la Russia. È il caso di ricordare che la Russia per secoli è stata una potenza cristiana, che la sua Chiesa greco-ortodossa rappresenta oggi forse l’ortodossia nel mondo cattolico, addirittura contrapposta agli slittamenti della Chiesa terzomondista e laicista di Bergoglio, e forse ancora di più per rilanciare il messaggio cristiano autentico nel mondo, in quanto quella Chiesa conosce l’assalto del mondo islamico dalle nazioni del Caucaso e dalla Turchia. Proprio la Grecia, che ha conosciuto l’invasione e la dominazione musulmana per secoli, sa quanto è importante custodire gelosamente il messaggio cristiano ortodosso. A Mosca si attendono iniziative concrete per porre fine all’ignominia delle sanzioni conseguenti alla crisi costruita a tavolino dalle amministrazioni Obama in Ucraina, contro Putin, e vedono nell’Italia un Governo finalmente disponibile ad affrontare il tema fino alla sua risoluzione, mentre guardano con sospetto alla Germania della Merkel e alla Francia di Macron. Del resto l’Italia ha interesse a porre fine a questa pagliacciata delle sanzioni che ha fortemente danneggiato la nostra economia e l’impresa nazionale in tutti i settori del manufatturiero e dell’export, a cominciare dall’agro-alimentare. Quindi Russia e Stati Uniti oggi filo-italiani. Ma non è finita. L’Italia ha alcune migliaia di soldati in Libano, in missione di pace, ed è stata determinante per la stabilità di quel paese dopo decenni di guerra civile. Potrebbe essere oggi liberata dell’impegno dei circa 4000 militari italiani in Afghanistan, che trasferiti in Libia, potrebbero stabilizzare quel paese e di fatto stabilizzare tutto il nord-Africa chiudendo, in modo umanitario, il problema dell’invasione dalle coste africane in Europa. Che è un problema non solo per l’Italia, ma anche per la Germania, per la Francia, per la Gran Bretagna e per tutti i Paesi dell’Est fino al nord-Europa. Ruolo che l’Italia svolgerebbe sicuramente con equità e correttezza e non con la spregiudicatezza dei francesi che hanno bombardato la Libia e ucciso Gheddafi, destabilizzando mezza Africa, solo per sostituirsi alle estrazioni petrolifere dell’Eni con la Total-Erg, cioè una guerra per il petrolio e non per i diritti umani, che ha prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. E Macron è il degno e pessimo erede di quella politica condivisa sia dal corrotto Sarkozy che dal mediocre Hollande, di cui Macron era ascoltato consigliere economico. Quindi Italia nazione leader di riferimento per il Mediterraneo. Ma non è finita qui: perchè i poteri forti europei starebbero preparando nei prossimi mesi, più o meno in parallelo con la discussione in Parlamento della Legge finanziaria, l’attacco economico all’Italia con la tecnica dello spread. Cioè mettere in difficoltà il bilancio dello Stato con la svalutazione sul mercato finanziario dei titoli del Tesoro Italiano. Tecnica ben riuscita nel 2011 attraverso la Deutsche Bank che vendette centinaia di milioni di titoli italiani insieme ad altri fondi esteri, costrinse Berlusconi a dimettersi e sostanzialmente nominò il Governo Monti. Stavolta invece ci sarebbero fondi americani super-capitalizzati pronti ad acquistare le “svendite” della finanza tele-guidata europea. Questo è anche il senso dell’accoglienza prestigiosa, e addirittura superiore al peso internazionale che rappresentiamo, del Presidente Trump al nostro Presidente del Consiglio Conte, che per il gotha internazionale è un perfetto sconosciuto, ma che per il ruolo che può assumere l’Italia in questo momento diventa un protagonista di primo piano sulla scena internazionale. In questo momento l’Italia pesa virtualmente più della Francia di Macron e della Germania debole della Merkel.

Commenti

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  • Laura Prosperini 3 Agosto 2018

    è veramente un momento d’oro per l’Italia
    in campo Diplomatico
    noi siamo una Nazione capace, capace anche di questo, malgrado la nostra geografica piccolezza e povertà del sottosuolo
    ridiamo all’Italia il lustro che si merita per il Suo modo di porre l’Uomo e le sue necessità al centro delle Istituzioni Civili.
    La nostra Cultura millenaria, in fondo equidistante Occidente/Oriente
    Nord/Sud ma sopratutto Storica
    ci pone di fronte a responsabilità notevoli
    La Bellezza deve illuminare e illuminerà (insieme a Giustizie e Verità) il lungo cammino dell’Uomo
    malgrado le tante, troppe e troppo forti deviazioni egoiche di alcuni signori che si credono, convintamente, elitè del mondo, quasi padroni.