La tragedia del 2 agosto è ancora “utile” per nuove intese politiche?
Riceviamo da Massimiliano Mazzanti e volentieri pubblichiamo:
Caro direttore,
Nella penuria di serietà “sostanziale” – quella “formale” abbonda, trattandosi di un processo – che caratterizza il nuovo procedimento per la Strage di Bologna e il contorno mediatico che completa questa vicenda giudiziaria, si deve ascrivere – prima ancora che inizi – anche la 38esima commemorazione del tragico evento. Ad animare anticipatamente le ricorrenti polemiche che si scatenano sotto le Due Torri ogni 2 agosto, Paolo Bolognesi e una pattuglia di parlamentari del Pd, immemori del fatto che, fino a qualche mese or sono, erano i sostenitori dei diversi governi che si sono susseguiti alla guida di Palazzo Chigi. Il presidente dell’Associazione delle vittime e dei familiari ha la smania di ricercare nuovi interlocutori politici, con particolare riferimento al destino della “legge 206”, quella soprassiede ai risarcimenti ancora dovuti o richiesti da chi restò colpito dal tragico evento. E pare che Bolognesi abbia ben individuato il soggetto utile, se non in tutto il Movimento 5 Stelle, almeno in quella parte che, avendo come punto di riferimento il presidente della Camera, sembra in sintonia con le posizioni tradizionali della Sinistra italiana in materia. In attesa di veder salire sul palco gli esponenti grillini, domani – forse, lo stesso Roberto Fico -, per far capire quanto sia disposto ad aprire una linea di credito all’M5S, Bolognesi ha oggi scagliato un pesantissimo attacco all’ex-ministro della Giustizia del suo stesso partito, Andrea Orlando, accusandolo di non averlo mai voluto ricevere per dirimere e la questione dei risarcimenti e quella della concreta “desecretazione” degli atti ancora coperti da “segreto di stato”. Immediata la reazione dei parlamentari del Pd che, in due mosse, hanno cercato di mettere sotto scacco l’ex-collega. Capitanati dal parlamentare petroniano Andrea De Maria, è stata annunciata un’interpellanza alla Camera dei deputati proprio in materia di desecretazione degli atti, chiedendo all’attuale ministro della Giustizia, in buona sostanza, di fare quello che ancora non è stato fatto, come se non fosse noto a tutti, però, appunto, che ciò che manca, se manca, lo è per responsabilità di chi ha preceduto l’attuale Guardasigilli. Contemporaneamente, Sandra Zampa – ex-addetta stampa di Romano Prodi e parlamentare renziana – ha ironizzato sugli appelli di Bolognesi, ricordando al presidente dell’Associazione delle vittime che l’M5S governa con le Lega, accusata a sua volta di essere alleata a <xenofobi, neofascisti e sovranisti> (con singolare uso del termine <sovranista> in senso spregiativo assoluto). Curioso attacco quello della Zampa, in un momento in cui, oltre che sui risarcimenti, si discute del “segreto di Stato”: curioso perché, data la sua vicinanza a Prodi, la Zampa avrebbe potuto almeno contribuire al chiarimento della “mitica” seduta spiritica, nel corso del quale il suo “mentore politico” disse di aver appreso dove fosse rinchiuso Aldo Moro, nei giorni della terribile prigionia di 40 anni or sono. La sensazione – non positiva – di tutto questo litigare nella Sinistra alla vigilia della commemorazione del 2 agosto è che la triste vicenda terroristica sia ancora funzionale al raggiungimento di intese politiche che niente hanno a che vedere con la ricerca della verità, per la quale, invece, anche i legali di Gilberto Cavallini – Alessandro Pellegrini, Gabriele Bordoni e Mattia Finarelli – si sono associati alla richiesta di abrogazione del segreto sugli atti che potrebbero aver contribuito a coprire responsabilità internazionali sulla vicenda, a partire da quelli dell’Ambasciata italiana a Beirut prodotti tra il 1979 e il 1980.